La La Land merita tutte e 14 le sue nomination agli Oscar 2017. E' un film fantastico, baciato da una regia ricercata e visionaria e da due interpretazioni da urlo da parte di Emma Stone e Ryan Gosling.
A livello di trama parliamo di una storia molto romantica dove a farla da padrone sono i sogni e le ambizioni dei due protagonisti. Tuttavia non lasciatevi trarre in inganno da questi aspetti: chi vi scrive è si un appassionato di cinema a 360° ma, tra tutti i generi, quelli che sicuramente meno apprezzo sono i musical e le commedie romantiche. Bene, La La Land è una perfetta via di mezzo tra questi due generi, eppure è un film talmente bello, godibile, appassionante, magistralmente girato, sceneggiato e interpretato che è impossibile non innamorarsene.
"La La Land" accarezza il cuore dello spettatore coinvolgendolo nella tenzone amorosa di Mia e Sebastian senza dimenticarsi di ottenere il massimo dal potenziale visivo tipico del genere. In questo senso anche chi non è un fan dei vecchi musical non potrà non apprezzare una per una le coreografie messe a punto da Chapelle che arriva a far volare gli amanti sulla città di Los Angeles pur di soddisfare il bisogno di infinito che muove i loro passi. Oltre allo straniamento prodotto da una versione mai vista della città delle luci, stilizzata in maniera da rimanere sospesa tra passato e presente, non è da trascurare poi, l'apporto artistico di Gosling e di Emma Stone: il primo pronto a confermare una capacità di lavorare di sottrazione davvero rara per una star hollywoodiana, la seconda davvero strepitosa nel tour de force che le da modo di mostrare la completezza del suo repertorio. Se Los Angeles è la protagonista, il tema del film è l’instabilità, lo scivolare continuo tra il desiderio di riuscita, di successo, e l’anelito alla fedeltà al sentimento autentico, alla bellezza interiore, alla purezza della propria espressione artistica. E in questa instabilità s’insinua continuamente l’inquietudine, l’angoscia, forse l’orrore, latente nella rappresentazione di questo mondo, distante dal vero mondo ma, paradossalmente, tanto desiderato e ammirato.
C’è comunque qualcosa di sottilmente triste, malinconico e laconico subito dietro la patina. Spurgato dai fronzoli estetici del kitch colorato, artificiale quanto certa allegria da party, il film rivela quello che vuole esprimere, anche se con modi piacevoli: la tristezza, il nero, il vuoto, la banalità della vita e di certa fredda e disadorna architettura metropolitana, spesso celata da una scenografia fondata appunto su facili effetti colorati.