Uno dei miei film preferiti ( del resto sono un accanito giocatore di poker).
Ma il tema del gioco che potrebbe sembrare apparentemente principale è tuttavia superato da quello della malinconia e dell'amicizia, un'amicizia che con il denaro va guastandosi definitivamente.
Grande Abatantuono e grande Haber che mi inteneriscono in questo capolavoro del cineasta bolognese.
La storia può sembrare un pò lenta, ma è sostenuta bene, i personaggi sono veramente ben fatti (tranne uno: lo spillungone), la storia sembra verosimile fino alla fine, in cui si trova una concentrazione dei fatti, il tutto si risolve alla fine, ma in modo imprevisto e sicuramente molto apprezzabile (forse è il finale a rendere bello il film).
Molto bella la rappresentazione del gioco del poker fra amici, perchè verosimile.
E quindi anche la sua sceneggiatura.
Non mi aspettavo molto da questo film e sono rimasto sorpreso in bene...
Davvero un bel film con una bellissima atmosfera che tiene immerso lo spettatore dall'inizio alla fine...
Non un capolavoro, ma un film da vedere...
Lo consiglio...
Questo film è la conferma che Pupi Avati è uno dei due o tre più grandi registi italiani viventi, insieme a Bertolucci e a Olmi: la partita a poker è come un far west dove conta rimanere vivi alla fine del duello e dove non c'è spazio (o quasi) per i legami veri. Nonostante il film sia incentrato su cinque uomini (come sottolinea Delle Piane in una scena: "non potrei mai giocare a carte con una donna al tavolo") la donna c'è, e come. E' il motore della storia, è come un ideale posta in palio (altra affinità con i film western). Davvero eccezionali i cinque protagonisti, nessuno escluso: il sorprendente Diego Abatantuono, l'ambiguo Carlo Delle Piane, il fragile Alessandro Haber, il toccante (nonostante tutto) Gianni Cavina e il ritrovato George Eastman.
Il poker è come la vita.
Lo sanno bene i veri giocatori, quelli che giocano a prescindere dal vincere o perdere, perchè il poker, come la vita, è una cosa molto seria e và analizzato, ascoltato, diretto e vissuto; e la vita è come il poker, un bellissimo e terribile gioco, và presa con leggerezza, non bisogna essere troppo seri ma neanche sottovalutare i fatti, i segnali...e c'è sempre qualcuno che bleffa, belle auto e vestiti costosi per mascherare il niente...così come c'è sempre quello che bara, ha preso l'asso da sotto il mazzo, ma deve essere veloce o qualcuno se ne accorge...e poi c'è il drago, bravo, freddo e fortunato, finge di perdere ma in realtà stà soltanto aspettando...o forse è solo uno che bleffa meglio di tutti e le sue donne sono solo delle prostitute e le sue belle auto prese in affitto...e si gioca, con cordialità fino a prova contraria, fin quando, cioè, l'altro è scoperto e lo si può colpire (alle spalle)...e, alla fine, ti si offre di andare a casa sano e salvo, ma con l'umiliazione del dubbio, un pò come ritirarti in una casa di riposo, il purgatorio dei codardi, ma salvo, comunque...ma la vita (come il gioco) è fatta di opposti, non c'è una via di mezzo, una alternativa, il purgatorio è un'area di parcheggio, la vera scelta è: paradiso o inferno...e il vero giocatore và sempre a vedere...CAPOLAVORO.