Semplicemente uno dei film più belli, struggenti, semplici e al tempo stesso maestosi che siano mai stati fatti. Il film di Ozu esplora e racconta le relazioni familiari interpersonali forse meglio di qualsiasi altro film e lo fa al solito con tremenda efficacia e realismo (le inquadrature statiche e i primi piani degli attori di Ozu servno a tale scopo al pari di una recitazione sempre naturale e credibile deigli attori ovviamente nello stile giapponese). Nonostante si ambienti in Giappone il film ben si rapporta anche al mondo occidentale (di cui lo stesso Ozu era non poco influenzato). La visita (l'ultima ) di una coppia di genitori anziani che vive in periferia ai figli che vivono nella capitale si rileva un amaro viaggio nella via via crescente e amara consapevolezza da parte della coppia di anziani che gli stessi hanno ormai perduto l'amore filiale, la spontatenità e la genuinità del rapporto con i genitori. Questi diventano addirittura un entità fastidiosa e estranea, non gradita a mano a mano che il film scorre e spiega nei dialoghi. Fa accezione in contrasto la nuora vedova di uno degli stessi figli morto in guerra della coppia (interpretata da una superlativa Sestuko Hara attrice prediletta di Ozu) che invece prova per i due anziani un amore e un rispetto sincero. Il tutto fino al triste e amaro finale che porterà da parte dei genitori anziani la comprensione di essere arrivati al termine di un ciclo di vita e il capacitarsi dell'impossibilità di recuperare e capire le vicissitudini di una vita trascorsa e passata. Il film di Ozu se guardato ancora oggi a distanza di 60 anni, appare a mio parere eccezionalmente attuale. Non a caso indicato in molti tra i migliori siti di cinema tra le migliori pellicole mai realizzate