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Mia madre

Opinioni presenti: 11
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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peccato

(1/10) Voto 1di 10

Film bruttissimo, veramente il peggiore di Moretti. Un tema che poteva essere trattato in molti modi più profondi e interessanti si è appiattito in una banalità sconcertante, con la vicenda del film girato dalla regista Buy inutilmente sovrapposta e del tutto scollegata col resto. Moretti in tono minore, la Buy decisamente ripetitiva nelle sue modalità standard di recitazione, e Turturro che l'hanno chiamato a fare??? Un bisogno di alleggerire con la commedia una tragedia? Boh! Voto uno perché zero non c'è!



astrea, 42 anni, ascoli piceno (AP).




Una sorpresa

(7/10) Voto 7di 10

Ci si poteva aspettare accenti drammatici forti, come ne "la stanza del figlio", invece il film è girato con mano lieve, proponendo con tenerezza il ricordo dell'avvicinamento alla morte della propria madre (qui una splendida Giulia Lazzarini). Al centro i soliti dilemmi e nevrosi stile Moretti, resi comunque con tocco personale dalla Buy, qui al suo meglio. Peccato per qualche scarto tra scene splendidamente cinematografiche (la fila al cinema) e piccole incongruenze di sceneggiatura. Gustoso Turturro.



Marco, 48 anni, Cagliari.




lieve e quasi inosservato

(6/10) Voto 6di 10

la commozione scorre lieve, il film passa quasi inosservato. niente a che fare con la stanza del figlio o precedenti. mi è sembrato un ordinarissimo film TV salvo sporadiche scene del grande autore che è Moretti. la Buy recita sempre la solita parte da decenni. peccato che neanche Moretti l'abbia saputa rivalorizzare. Turturro? Ma che bisogno c'era?? come di tutto il film. nessun bisogno. se non quello di fare cassa.



Antonio, 44 anni, Civitanova Marche (MC).




Moretti non delude mai

(9/10) Voto 9di 10

Da sempre sono un grandissimo estimatore di Nanni Moretti(solo SOGNI D'ORO a suo tempo mi deluse...)ed anche stavolta sono uscito soddisfatto e commosso dal cinema. Il film MIA MADRE è splendido, toccante, ma con spazi di autentica ilarita. Film autobiografico (anche se Moretti si ritaglia il ruolo del fratello di una regista (una splendida Buy) che assiste agli ultimi mesi di vita della madre (una Giulia Lazzarini davvero strordinaria). Moretti si butta a capofitto in un film che tratta temi che abbiamo già visto molte volte sullo schermo: la nascita di un film vista dall'interno, come in Effetto Notte di Truffaut o Sotto gli ulivi di Kiarastami; l'attore rintronato ed imprevedibile come ne La sera della prima di Cassavets(grandissimo John Turturro), le dolcezze e le asprezze di un'adolescente figlia di separati...)con un taglio originale e personalissimo. Riesce a farci sorridere, ma il finale prende alla gola e lucida gli occhi a più di uno spettatore. Ci fossero più film come questo varrebbe la pena di andare al cinema più spesso. Un plauso anche alla colonna sonora (ma forse qui sono un po' di parte, perchè per me Famous blue raincoat di Lenard Cohen è la più bella canzone di tutti i tempi...



gattosilvano, 66 anni, Cormano (MI).




Recitare le storie

(8/10) Voto 8di 10

Ieri sera ho visto “Mia madre”, con il consueto ritardo. Il film è molto bello ed emozionante, sembra che non succeda nulla, che sia un film lento, distratto, un po’ come la protagonista, in realtà è un film davvero carico di emozioni, dove il passo calmo di Margherita, quasi a non voler lasciare segno sulla scena, porta lo spettatore dentro un rivolo di sentimenti, di ricordi, di tempo. Ecco, il tempo, che scorre così lento, come le sveglie che suonano per dire che si deve andare al lavoro. Il tempo scandisce i piani delle vite degli altri, di Giovanni, della mamma, della nipote. E fare cinema diventa quasi un lavoro come un altro, ci si alza, si va al lavoro, si lavora, si finisce e si torna a casa, in questo caso in ospedale dalla mamma, ma è normalità, è realtà. E’ carico di emozioni perchè i personaggi sono emozionanti, emanano calore e passione, non urlata, non esagerata, ma vissuta, e quasi sempre in punta di piedi. C’è molta vicinanza tra le persone e sempre con poco rumore, come se fossero sempre accanto al letto della mamma in ospedale. Questo sussurro tiene la mamma sempre presente anche quando non c’è. Ed è così, la persona malata ci tiene “in pensiero”, quasi sempre. Ci si prende anche in giro nella tragedia, si ride addosso alle nostre piccolezze e fragilità. Devo ringraziare Moretti perchè con pochi movimenti spiega la profonda umanità che c’è nel dolore e del distacco da una persona amata. E c’è malinconia perchè quando succede capisci cosa significa la frase “se n’è andato un pezzo di me”; è davvero così: la persona amata è un pezzo di noi e quando non c’è più perdiamo lei ma se ne va per sempre anche qualcosa di noi. Margherita è bravissima e Moretti le sta accanto con calore, le è cara Margherita, perchè è anche lui. E la sua frase tipica, quella che ripete da anni ai suoi attori: “devi recitare ma tu devi stare accanto al personaggio”, in questo film ha deciso di esplicitarla, si è davvero messo al fianco di lei che poi sarebbe lui e che sta recitando. L’attore non deve e non può scomparire, c’è il personaggio, ma l'attore non deve recitare troppo, perchè lui è vero mentre il personaggio no. Moretti qui è un genio,un grande del cinema e sono queste cose che ci fanno appassionare così tanto al mezzo. Un’altra suggestione è quella dello specchio, è come se Moretti si specchiasse continuamente in Margherita e si facesse coraggio, è come se si prendesse per mano: “vedrai che andrà tutto bene” sembra ripetere. E’ bellissima l’immagine dei due protagonisti che mangiano a mensa con gli attori, è un incontro bellissimo, un rincuorarsi a vicenda, intimo, anche qui sussurrato. Moretti recita benissimo, davvero, passa con delicatezza attraverso lo schermo, per nulla ingombrante.



Vincenzo, 50 anni, D'Elia (TO).





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