film arrogante, presuntuoso, superficiale, privo di emozioni. fa continui rimandi (letterari, simbolici, ecc) ad un 'non detto' che non aggiunge nulla ai caratteri dei protagonisti ma anzi li appesantisce, li stereotipizza rendendoli francamente noiosi, scontati e insulsi. La Trinca, in altre prove brava e intensa, qui gioca a fare la Morante: nevrotica, eccessiva, insopportabile. Salvo Scamarcio che incredibilmente riesce ad apparire sincero e intenso ed in una scena in particolare mi ha emozionata. Mi ha fatto piacere ritrovare la Galiena, ma da Ozpetek in poi trovo un po'' un birignao quello di affidare camei ad attori tanto bravi (Bonetti, Galiena, Molina) quanto trascurati e bistrattati...anche qui visto che poi é stato affidato a Vecchioni un ruolo che Bonetti per es avrebbe reso più credibile e intenso, senza dubbio meno ridicolo. Occasione sprecata. Molto lontani da Non ti muovere (film della coppia Castellitto/Mazzantini che ho adorato)
Verboso, logorroico, nevrotico, silenzi da Celentano ai suoi fasti poi scenate con urli da disturbare i vicini di casa. Intollerante. Discontinuo. Attori senza entusiasmo. Recitano una parte e male soo per contratto. Senza trama. Deja vue. Claustrofobico. Puo bastare?
Non è tutto oro quello che luccica, non è tutto da buttare. Forse i personaggi non sono del tutto completamente delineati, la storia della coppia è tutto sommato esile . La Trinca è brava, ma ispira antipatia...troppo "di maniera". Scamarcio decisamente più in forma e meno lamentoso e molto verosimile. Poco significativa la presenza degli altri attori, compreso Vecchioni, che pure sembra discrtamente spontaneo. Si può vedere ma bisogna essere in serata.
Un bel 7 per questo film che pensavo noioso e invece mi è piaciuto.
Scamarcio conferma di essere tra gli attori italiani più bravi oggi in circolazione: in questo film brillante e simpatico.
Unica nota stonata il pezzo dove interviene Vecchioni ma non per colpa di Vecchioni: quei 5 minuti li ho trovati banali, inutili, fatti male.
Buon film, da vedere
Delicato e concreto sfiora la tristezza di un amore ormai disilluso.
Le due personalità forti e allo stesso tempo fragili, figlie dei nostri tempi, alternano stati d'animo la cui intensità si percepisce dagli occhi dei due eccellenti interpreti.
Tanto amore e tanto disincanto mi hanno avvolta concedendomi una miriade di spunti di riflessione.
Con occhio attento e veritiero Castellitto accompagna noi spettattori in un viaggio che va a fondo, quasi fino all'osso, delle nostre paure e ci invita a prestare ascolto alle parole del grillo parlante che spesso, per pigrizia o conformismo, ignoriamo. E poi il finale aperto e carico di speranze cantato dal grande Lucio Dalla...