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Anime nere

Opinioni presenti: 6
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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La famiglia

(8/10) Voto 8di 10

E' il genere di film che preferisco in assoluto, e che ho potuto apprezzare fino in fondo conoscendo quel dialetto. Un film tanto vero quanto crudo, con un finale da brividi.



Graziano, 31 anni, Cassano d'Adda (MI).




un viaggio nelle zone buie della mente

(9/10) Voto 9di 10

Un film, così come un libro, dovrebbe accompagnarci quando ci alziamo dalla poltrona e ritorniamo nel “mondo reale”. Ed è proprio quello che succede con Anime Nere, il bellissimo film di Francesco Munzi. Risuonano ancora per molto tempo dentro di noi le parole dei personaggi, spesso quasi sussurrate, cariche di condanne senza appello, di violenza inflitta senza nemmeno un attimo di esitazione, di riflessione. E rimbomba soprattutto il silenzio: quello dei familiari che non hanno gli strumenti per sviscerare i propri sentimenti ed esternarli, quello del paesino Africo sospeso tra paura e desiderio confuso di evasione. In questa Calabria dura ed essenziale sono i fatti che contano, fatti di sangue dove offese e vendette si alternano in un vortice allucinato in cui , alla fine, si perde tutto: la genesi della faida, la proporzione delle ritorsioni, se stessi ma, soprattutto, la cosa più importante: l’affetto più grande, i propri figli. Tutti i protagonisti sono emblematici, tragici: la violenza di Luigi è rappresentata anche fisicamente dal suo corpo imponente con un viso quasi da bambino, la ricerca di riscatto e di perbenismo, soltanto apparente, di Rocco con il suo viso serio da imprenditore, l’irruenza di Leo, così genuino ma senza obiettivo e senza freno, vittima sacrificale per eccellenza, e soprattutto lo smarrimento struggente Luciano, meravigliosa incarnazione di un uomo intrappolato in una ragnatela di regole ermetiche che feriscono la sua sensibilità, il suo sogno di equilibrio ed armonia. Luciano, invischiato in un gioco atavico dal quale ha tentato di sfuggire rifugiandosi nella contemplazione di statue mute sì ma che riflettono la sua stessa sofferenza. La sua reazione sarà ancora più terribile una volta caduti pietosamente gli orpelli faticosamente messi sulle sue paure, pezze che non possono più nascondere nessuna piaga. Quando si abbandonerà completamente alla legge ancestrale del Taglione, indifferente, ormai, a tutto, chiuso in se stesso e per questo finalmente libero. Mi accompagna ancora il bellissimo viso di Fabrizio Ferracane, stanco e sofferente, con lo sguardo tristemente dolce del bambino irrimediabilmente tradito, ormai irraggiungibile.



Wardia, 51 anni, castelvetrano (TP).




Un viaggio emozionante nel mondo misterioso della ndrangheta

(8/10) Voto 8di 10

Anime nere è un film di cui non avevo mai sentito parlare, pur essendo un patito del cinema itlaiano. Mi ha incuriosito il fatto che ha fatto man bassa di David di Donatello, lasciando quasi a bocca asciutta il pur pregevole "Mia madre" di Nanni Moretti. Ebbene è un film splendido che consiglio a tutti. Affascinante il tema della ndrangheta, molto meno visitato dal cinema rispetto alla mafia siciliana e, negli ultimi anni, anche alla Sacra corona unita della Puglia. Ottimi gli attori (per me degli illustri sconosciuti a parte Barbara Bobulova,che recentemente ho riscoperto nel bellissimo "Anche libero va bene" di Kim Rossi Stuart). La storia, una volta che siamo riusciti a districarci nel groviglio di parentele, è intrigante e tiene col fiato sospeso fino alla fine. Non condivido certi giudizi negativi della stampa (anche la recensione di filmup che di solito condivido savolta mi pare riduttiva). Due soli nei: una fotografia un po' buia e soprattutto il fatto che il film è parlato in calabrese strettissimo, una lingua per me milanese del tutto incomprensibile. Ci sono, è vero, ottimi sottotitoli, ma il fissarli impedisce di gustare i paesaggi e soprattutto le capacità mimiche ed espressive degli attori, tutti davvero ben calati nella parte.



gattosilvano, 66 anni, Cormano (MI).




nero e intenso come il titolo

(10/10) Voto 10di 10

Per noi una scoperta,questo film , di come sia ricca L'Italia e divisa da storie di regioni apparentemente dimenticate, come la Calabria, di cui si intravede nel film un mare stupendo e incontaminato, ma una natura fragile anche a causa degli esseri umani che non si ribellano, solo alla fine il padre, alle leggi della famiglia.



Anna Simi, 49 anni, Firenze (Fi).




Meraviglioso film, inaccettabile che sia così poco conosciuto in Italia

(10/10) Voto 10di 10

Nonostante mi interessi molto di cinema italiano, anche di piccole produzioni, questo film mi era per qualche motivo sfuggito. Mi è tornato alla mente dopo essermi stato consigliato da mio padre, che per caso l'aveva visto in televisione. Sono rimasta letteralmente folgorata dalla creazione del regista Francesco Munzi, un film assolutamente meraviglioso, con una trama ben costruita ed un epilogo assolutamente sconvolgente, fa riflettere profondamente sulla natura umana, sul ruolo della famiglia in certe realtà e nell'Italia tutta. Non è banalmente un film "di mafia" ma un'opera che spazia, toccando molti aspetti dell'esistenza umana. Gli attori sono decisamente sopra la media, se non li si conoscesse come professionisti, si potrebbe tranquillamente pensare che siano persone comuni che interpretano se stesse. La cosa che mi ha stupita (e amareggiata) più di tutte è stata constatare che questo film ha ricevuto recensioni positive a livello internazionale, dal New York Times al Guardian, ma nonostante ciò rimane semisconosciuto in Italia. E' davvero incredibile che film così ben fatti passino inosservati in sala.



Evelina, 30 anni, Roma (RM).





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