Non è facile fare un film (men che meno un film divertente) sulle disabilità psichiche di quattro ragazzi di oggi; di solito si cade nella farsaccia o nel pietismo. Ci riesce questo film leggero, gradevole, misurato, mai volgare e a modo suo poetico (di una poesia che mi ha ricordato anche se le due storie sono lontanissime tra loro, "Il grande cocomero" della Archibugi).Riprendendo l'antichissima metafora del viaggio come viaggio di iniziazione alla vita, quattro ragazzi "malati" (ma il film fa vedere chiaramente che la colpa è dei genitori...)tutti vergini e tutti con "la paura e la voglia" della prima volta come direbbe Baglioni, fuggono da una casa di cura nel Lazio e raggiungono Ibiza. Ci sono tutte le tematiche del road movie, ma c'è una nota che di solito nel road movie manca: la gentilezza squisita e poetica nel descrivere il rapporto tra i quattro. E alla fine tutti raggiungeranno il loro obiettivo esdaranno loro a guarire quelli che la mia generazione chiamava i "matusa". Bravissimi gli attori (tutti a me sconosciuti tranne Ghini e Gianmarco Tognazzi), con una breve apparizione "da standing ovation" dell'immenso (in tutti i sensi) Gerard Depardieu.
Il film è carino e affascinante,ma è stato anche un pó troppo lento... quando nel cast ho visto attori come Ghini mi aspettavo una commedia più scorrevole e con vari colpi di scena. Invece anche Ghini si è adattatato a fare un film diverso da come me l'aspettavo... questo é un film che tocca temi seri,altro che colpi di scena