Che cosa si proponeva di trasmettere il regista Dahan con questo film? La grande figura di donna di Grace? Il suo dilemma tra essere principessa ed essere attrice, scegliendo quello di regnante come ultimo e definitivo ruolo della sua vita? Gli intrighi di una piccola corte prosperata all'ombra della grandi potenze, Francia in primis? Una ricostruzione storica accurata? O invece un mélo in grado di emozionare? Vedendo il film, che resta sospeso fra troppe suggestioni senza coglierne nessuna, francamente non si capisce. Se l'intento era quello di ricostruire diligentemente un anno topico per il Principato di Monaco come il 1964, ci si chiede quali siano state le fonti consultate. Se invece si voleva romanzare un anno di vita della principessa, per far emergere la sua tempra di donna e di sovrana, la domanda è: dov'è Grace? La si deve cercare dietro una Kidman bravina e sì, diligente, anche lei, ma del tutto concentrata sulla recitazione del personaggio e non sulla sua essenza, nonostante gli abiti firmati, stucchevolmente diversi ad ogni scena, gli occhi costantemente arrossati dalle lacrime e qualche primo piano che non le rende giustizia (e che fa rimpiangere l'algida e affascinante presenza della "vera" Grace, figura ben più bella, sfaccettata e potente). Il film dopotutto sembra una grande occasione mancata. Freddo, incapace di emozionare anche nelle (poche) scene clou, alla fine persino noioso, con cadute imbarazzanti in certi dialoghi vuoti, si esaurisce nella sfilata di personaggi storici ridotti a macchiette o poco più: Callas, Onassis, De Gaulle, lo stesso principe Ranieri, poco credibile sia nell'aspetto fisico che nell'espressione spaventata. Si capisce insomma perché allo spettacolo delle 20 ieri fossero presenti in sala 7 persone, freddissime e un po' perse, come il film che stavano guardando...