La tradizionale fiaba "Biancaneve e i sette nani" viene riproposta, ma in modo alternativo e attualizzato, in questo bellissimo film spagnolo, muto e in bianco e nero, in cui alla dimensione magica è genialmente sostituito il realismo di una vicenda simile, ma non uguale, a quella della principessa della storia dei fratelli Grimm. Una sfortunata bambina spagnola, nata negli anni Venti, è figlia di un famoso torero rimasto paralizzato per un incidente durante una corrida, e di una giovane donna morta di parto. Cresciuta dalla nonna, all'improvvisa morte di quest'ultima viene accolta a casa del padre e della matrigna, un'ex infermiera crudele e arrivista.
Film commovente e coinvolgente, dalla sceneggiatura originalissima, con colpi di scena geniali, che non cede nemmeno al lieto fine tipico delle fiabe, "Blancanieves", pluripreniato alla cerimonia dei Cesar 2013, si avvale di una fotografia in b/n perfetta, di musiche spagnole perfette e di attori straordinariamente bravi, senza cedere a facili sentimentalismi e senza dimenticare le citazioni cinematografiche, fra le quali, nello straziante finale, i cinefili potranno riconoscere un richiamo alla più nota cinematografia di pedro Almodòvar.
Non riesco a farmi una ragione del perchè certi film, in Italia, siano mal distribuiti e scarsamente pubblicizzati. Il soggetto è pura arte. La musica, la fotografia e la capacità d'espressione di questi enormi interpreti non fanno sentire la mancanza del parlato che anzi, in quest'ambito, avrebbe contaminato la meravigliosa armonia che questi tre elementi sono riusciti a creare. A una regia che si avvale di tecniche moderne si accosta una fotografia che conserva quella patinatura tipica dei primi anni del novecento, intrisa del malinconico fascino dei tempi perduti.
Un film emozionante che si insinua nei cuori delle persone dotate di un certo tipo di sensibilità per comprenderlo. Difficile rimanere immuni dinnanzi a tanta bellezza.
La visione e d'obbligo!