Lynch ama usare simboli nelle sue opere, per conferire vari significanti agli eventi. Questo è certo vero per film più tardi, ma in Velluto Blu (e qui si vede che Lynch, per quanto non ancora nella maturità artistica, aveva già talento da vendere) la simbologia non è tanto caricata quanto la sottotrama psicologica, evidente dai parallelismi Frank/Jeffrey. Vi è un sottobosco fatto di identità sessuali disseminato in tutto il film, dialoghi e immagini; Frank che vuole prima essere chiamato Daddy, ma che poi regredisce letteralmente all'infanzia quando pretende di possedere sua "madre" è lo specchio di quello che gli è gia capitato, e cosa sia capitato ci è suggerito da Jeffrey, che nascosto nell'armadio si ritrova a spiare la mammina-Dorothy che viene posseduta brutalmente da una figura ritenuta intoccabile e onnipresente (immagine fantasma di un padre possessivo e tuttavia visto come dio da un bambino), e tuttavia decide di diventare anch'egli figura possessiva, e cedere alla tentazione di trasformarsi in Frank (anche Frank, in seguito, gli dirà "Sei come me"). L'ossessione di Frank per il sesso è rafforzata dal suo linguaggio (peccato nell'edizione italiana si perda, ma Frank non è in grado di pronunciare una frase completa senza inserirvi un "f**k"), ma il film presenta anche l'opposto di frank, una sorta di fratello spirituale (Ben), che col sesso convive tranquillamente (il locale ha tutta l'aria di bordello, e basta guardare l'occasionale metà di Raymond per averne conferma), come una cosa normale. Il contrasto con la pudicizia acqua e sapone di Sandy ci fa quasi apparire più attraente il sottobosco, piuttosto che la meschinità della noiosa quotidianità. Geniale. Peccato il finale, negli ultimi 3 minuti si rovina il film, e la bocca resta amara. Mi ci vorrà una Pabst.
Non ho ancora capito quanto Lynch mi piaccia, ma forse tra i suoi film questo è quello che m'è piaciuto meno. Soprattutto la recitazione, i dialoghi, veramente forzati.
Anche se questo non è dei più folli tra i film di lynch è assolutamente stupendo, la scena in cui si canta in dreams con la lampada al posto del microfono è pura arte, la follia e la voglia di dominare di frank è resa in maniera così stupenda da hopper...non amo molto isabella rossellini ma non trovo un attrice che avrebbe potuto rimpiazzarla in questo film, sublime. david lynch è uno dei cineasti più importanti e innovativi della nostra era a mio parere!!!!!!!!!!!!!
...e si trova proiettato immediatamente in un mondo segreto di angoscia e perversione.
Gia dalla prima sequenza con quelle rose rosse che stridono nei confronti del bianco dello steccato fanno presagire che ci si troverà dinanzi ad episodi fuori dal comune per il quotidiano pensare, tutto il film è un'analisi visionaria (alla Lynch) su quanto ognuno di noi potrebbe nascondere agli altri, o quanto gli altri potrebbero nascondere a noi, nessuno, nemmeno il protagonista poteva sapere che nell'appartamento abitato dalla cantante Dorothy Vallens si celasse un mondo assurdo, onirico, quasi irreale, fatto di prevaricazioni, clausura psicologica, un'orribile realtà nascosta da un'apparente tranquillità di facciata scandita periodicamente dal motivo "Blue Velvet" cantato egregiamente dall'artista in pubblico.
Bravissima la Rossellini, grandissimo Hopper, bravo il giovane MacLachlan futuro detective Cooper di Twin Peaks, brava anche Laura Dern, grandissimo Lynch in cabina di regia come al solito attento ai particolari ed a esaltare i colori dell’immagine quasi come una tavolozza.
Dite che il tutto vi sembra irreale???, un po troppo Lynch???, state tranquilli che potrebbe essere più reale di quanto voi pensiate, è solo una porta che attende di essere aperta!!!!
La noia impera dall'inizio alla fine.
Un falso senso erotico condito da attori insulsi.
Salviamo solo un inquadratura iniziale della Rosselini fra le braccia del ragazzo,
il viso reclinato riempie tutto il video e le labbra danno un senso erotico al tutto , quasi una foto.
Il resto ..nulla