Ho cominciato a guardarlo prevenuto pensando che potesse essere il solito film americano sulla ricerca di se stessi nelle radici europee, con il rischio di diventare uno spot per il Cammino. Invece non è così in questo film come nella vita il viaggio è più importante del perchè e del fine. La regia sapiente e sorprendente di Emilio Estevez evita accuratamente qualsiasi invasione e qualsiasi concessione alla spettacolarizzazione ed al dramma, si mantiene sobria come è giusto che sia, lasciando allo spettatore il suo percorso personale nel film. Il percorso più duro è quello dentro di noi le vesciche, la fatica, sono trascurabili quando il viaggio ci porta dentro di noi a dare un senso alla nostra vita.
Davvero un bellissimo film! Naturalmente chi sceglie di andarlo a vedere mi auguro sappia che non è un action-movie pieno di effetti speciali... Pervaso dall'inizio alla fine da un alone di tristezza, lascia tuttavia una sensazione di pace e serenità. Vengono sapientemente fotografati degli scorci di paesaggio davvero favolosi e dissento completamente da commenti trovati su altri siti che denunciavano questo film come un merchandising pubblicitario al Cammino di Santiago: è un film molto delicato che sottolinea sapientemente le sofferenze spirituali dei protagonisti. Ecco.. l'unico appunto che potrei fare è proprio che non è stato dato forse abbastanza risalto alla sofferenza fisica che a quanto pare sembra non sia da sottovalutare: vesciche a piaghe ai piedi che si formano a causa del continuo camminare senza sosta. A parte questo un Martin Sheen davvero convincente.
Un film che narra di un cammino che in realtà viene percorso da oltre 200.000 persone ogni anno. COMMOVENTE e ricco di significato. Da vedere e pensare di farlo il viaggio, io un giorno lo farò.