Io trovo questo magnifico film, per certi versi, struggente. lo è la colonna sonora, lo è l'atmosfera, la recitazione dei protagonisti...perfino il tormentato e gigantesco serial killer che lascia provare alla ragazza cieca la sensazione di accarezzare la tigre addormentata...
la musica è bellissima, ti permette di entrare in vibrazione con le situazioni...e poi, il finale grandioso sotto l'ipnotico effetto di in-a-gadda-da-vida degli iron butterfly...
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Tutti, o quasi, conoscono "Il silenzio degli innocenti". Pochi, viceversa, hanno visto questo film di Michael Mann, che precede il lavoro di Demme di parecchi anni. La trama è analoga (un detective alla caccia di un serial killer, aiutato da Hannibal Lecter), ma lo sviluppo è assolutamente peculiare. Anzitutto, la contrapposizione non è tanto tra Lecter e il detective, quanto tra questi ed il mostro. Parlo di contrapposizione, ma in realtà sarebbe altrettanto lecito usare il termine identificazione. Il detective, infatti, nasconde dentro di sè una drammatica dualità tra rispetto della legge e piacere di uccidere; ed il mostro è talmente umano, da innamorarsi di una ragazza cieca, per la quale prova uno struggente sentimento di tenerezza e protezione.Nel film di Demme, pur pregevole nel ritmo e nell'efficacia visiva, lo sviluppo dei caratteri è tutto sommato stereotipato; in quello di Mann, al contrario, si cercherebbe invano ogni minimo scivolamento verso la banalità. Insomma, se volete vedere un vero capolavoro, andate a vedere Manhunter.
Musica, fotografia, recitazione, montaggio...tutto perfetto, un thriller psichedelico farcito da una colonna sonora fantastca(eccezzionale la scena dell' ultimo omicidio sventato dal protagonista, montata tutta a ritmo sulle note dello splendido brano degli "iron butterfly" in-a-gadda-da-vida...poi mi direte se non ho ragione!...ciao, vedetevelo!...
E invece, anche per me, non c'è storia: "Manhunter" è di un altro pianeta rispetto ai film successivi, perché Mann è grandioso, e questo è uno dei suoi capolavori.
Circolano meno soldi (e c'è qualche anno in più) rispetto al bellissimo "Silenzio degli innocenti" di Demme o all'immonda vaccata "Hannibal" di Scott, ma la fotografia di Dante Spinetti è straordinaria, da mostrare in ogni scuola di cinema ogni mese, e il carattere dei personaggi è ottimamente delineato, come sempre in Mann.
Da non vedere solo come un thriller, ma soprattutto come un saggio di cinema, a volte anche fin troppo maniacale nella cura del dettaglio.
Succede spesso, purtroppo, che film del genere siano passati nella memoria dei piu'(anche i critici o cosiddetti!) in maniera cosi' distratta.Peccato!!! Peccato,perche' la prima trasposizione cinematografica del famoso Hannibal Lecter, meritava sorte migliore. Peccato , perche'la regia dell'"l'ultimo dei moicani", Michael Mann, e' diversa rispetto alla celebrata versione di Johnatan Demme, nei ritmi, nel descrivere le psicologie dei protagonisti, e in tanti altri aspetti (curioso lo stile del film, musiche e costumi un po'" Miami Vice"), diversa, ma efficacissima. Ottimi gli interpreti (qui non c'e' il terrificante Antony Hopkins, ma il film non ne risente), primo fra tutti l'acchiappa mostro di turno, ben interpretato da un William Petersen tormentato e convincente al punto giusto. Concludendo, un ennesimo esempio, di come ,con un bel soggetto, un regista di talento e di classe, con un gruppo di attori non famosissimi, ma sopratutto con tante idee, si possa fare dell'ottimo cinema ,anche senza andando a cercare la star a tutti i costi. Se vi capita , (ogni tanto passa in tv), vedetevelo, o altrimenti noleggiate la cassetta, saranno soldi spesi bene per un film, sicuramente da vedere!