Stavolta su Haneke mi tocca "pensare positivo". Dopo aver visto e personalmente stroncato altri suoi lavori questo film invece mi "riconcilia" con il controverso regista austriaco. La storia che è stata descritta nei numerosi commenti positivi, è una storia di solitudine,di malattia, di perversioni, di disadattamento, ma anche di profonda ricerca di amore che non sia quello possessivo e intransigente come a volte si rivela quello materno. I tre attori protagonisti direi che sono stati bravissimi e intensi e menzione particolare alla, putroppo scomparsa, Annie Girardot nel ruolo perfetto della vecchia madre nevrotica,possessiva e diciamo pure un po' arteriosclerotica :) . E stavolta il "solito" finale troncato alla Haneke non disturba ne insinua dubbi nello spettatore ma è la ciligina sulla torta di quest'opera giustamente premiata a Cannes nel 2001. Voto 10
Ho letto tutti i commenti dal 2001...a parte gli indignati ed i superficiali debbo ammettere che qaulcuno si avvicina alla profondità del film.
però a tutti sono mancati 2 elementi di riflessione.
il primo è l'ambiente dei musicisti, evidentemente si ignora la complessità dell'esistere per chi si dedica alla musica,l'arte delle arti,il rarefatto linguaggio dell'anima.. la rappresentazione della passione,dolore,amore,paura nell'ambiente "dei musicisti" è perfetta. là non può esserci "normalità" perchè è la follia piccola o grande che prende la vita di che si sacrifica e dedica se stesso ai suoni. e la follia può essere arte, ma al contrario può anche essere la porta della patologia, della pazzia..può portare alla sublime percezione di dio, ma può anche gettare negli inferi della schiavitù di satana dove si chiede solo l'annientamento di sè.
il senso di colpa è il secondo elemento di cui nessuno ha parlato. tipico nella cultura nordeuropea protestante dove manca il perdono,la rigidità col prossimo e con se stessi spingono ferocemente nell'odio/amore, negli estremi della paura.
probabilmente erika è una donna vicina alla quarantina ancora vergine, figlia di un mondo rigido dove le debolezze ed i bisogni della carne vengono acutizzati fino allo spasmo delirante della mania morbosa...l'odore dello sperma di fazzoletti sporchi lasciati da sconosciuti le fa sognare una sessualità che le manca completamente...le manca la normalità dell'amore e del sesso e la sua psiche tormentata la spinge verso l'immagine di una sessualità estrema, masochista e perversa forse percepita e comprata facilmente nei circuiti del commercio sessuale attuale. anche questo è credibile e possibile,e lei poi sogna di realizzare con lui le aberrazioni che ha visto ed ha sognato da sola. le manca la realtà della normalità...non può fare paragoni non ha il senso della misura e dentro di sè ha la furia di pulsioni ormai incontenibili e distruttive che sporcano l'anima. ma lei secondo me non è sporca, non è la rappresentazione di tante "maiale" compiaciute che ci regala il cinema odierno (nascostamente perverso). erika si commuove alla dolcezza della musica e si controlla impedisce il fluire delle sue passioni e sono tante come in tutti i musicisti. e' un anima spezzata in lotta con sè stessa e lui che si innamora della sua anima d'arte poi si spaventa quando la vede dentro, lei lo chiama le dà anche il potere di guidarla di insegnarle come si è "normali" come ci si avvicina all'amore fecondo, ma lui fugge, la picchia per paura,non sa aiutarla e il gioco che gli è sfuggito di mano lo spaventa...anche per lui il baratro della follia è li dietro, lo sente ed anzichè rischiare amandola e salvandola, scappa via, prima la punisce per "avergli macchiato la sua anima ingenua di ragazzo" e poi la cerca di un amore violento che lei non può sentire e che si capisce è qualcosa che le prende per poi lasciarla.la fine è incomprensibile sicuramente non muore , si ferisce e poi a piedi se ne va.
...in questo film come in molti altri. E' uno di quei film che se non capito può solo che lasciare perplessi e scioccati. Perchè ha scene dure e crude, che paiono insensate.
Invece tutto ha un senso...ma nella malattia. Ed il film è bellissimo.
Da vedere. Per palati fini, però.
Haneke dopo il capolavoro disturbante di funny games fa nuovamente centro. una vergogna che ancora non sia stata distribuita la sua ultima fatica in dvd, dopo la ridicola programmazione nei cinema. ne la pianista gli attori offrono il loro contributo al meglio: su tutti una stupenda huppert in stato di grazia. non recita il personaggio: è, di fatto, il personaggio. non per niente le venne conferito il premio come miglior attrice a cannes, dove si scontrava con la splendida naomi watts del mulholland drive lynciano. agli intellettuali, lo dico ironicamente, di qui sotto: prima di offendere gli altri utenti, consiglierei di orientarsi verso altre pellicole più consone e di tornare alle recensioni solamente dopo un corso di lingua italiana. forse non scrivebbero più obiettivo con due b e non coniungherebbero il verbo avere alla terza persona singolare per ridere: ha ha ha.