Un film gradevole che mi ha attratto progressivamente malgrado lo stessi vedendo su TV (non vedo mai film sulle TV commerciali impestate di pubblicità...) grazie al suo ritmo ed alla sua suspence incalzanti.
Mi è piaciuto perché durante il film non si riesce mai a delineare con chiarezza chi è la vittima e chi il carnefice.
E' lo specchio di una società "malata" dove anche i "buoni" (i tutori della legge, ad esempio) agiscono scorrettamente, mossi non da una voglia assoluta di giustizia ma da uno strano arrivismo, non diverso da quello del capitalista (Gere) che ambisce ad ad aumentare sempre di più i profitti in una ricerca di un potere "divino" che gli consenta di fare soldi in quantità smisurata (mi riferisco al discorso con la figlia).
Una società in cui anche la famiglia perde progressivamente il valore dei principi su cui è basata. La moglie (Sarandon) 'accetta' il tradimento del marito finché non le capita l'occasione buona per fargliela pagare, la figlia che pur non condividendo il modo di essere e di pensare del padre alla fine fa buon viso a cattivo gioco e di il padre, anzi il Patriarca, che con i suoi pregi ed i suoi difetti va avanti per la sua strada, perché il capitalismo, di cui lui è il simbolo, non ambisce ad essere buono o cattivo, il capitalismo in America è solo necessario.
E' naturale che in uno scenario del genere non c'è una fine e non mi ha sorpreso più di tanto il finale troncato, ma il mio voto è basso solo perché i film che finiscono così mi hanno sempre lasciato un po' deluso.
Credo si potesse comunque fare meglio.
PS.
Per certi versi mi ha ricordato il film "Finché c'è guerra c'è speranza" dove un fantastico Alberto Sordi faceva il trafficante d'armi. Tutti i familiari scandalizzati ed indignati per questa attività immorale, ma alla fine, messi di fronte alla scelta tra un una moralità più alta ed un tenore di vita elevato, nessuno ha avuto dubbi sui cosa fosse più conveniente, sebbene cinico, ed ognuno trova modo di far tacere la propria coscienza in virtù di un vantaggio economico.
Il tema era simile a quello del film "La Frode" ma la conclusione più elaborata e diretta.
L'avrei preferito.
Tiziano
Bel film, ben recitato dai protagonisti. Gere è a proprio agio nel personaggio e recita con grande padronanza. Ottima la performance anche di Tim Roth nel ruolo del duro detective e di Susan Sarandon che riesce a dare al personaggio grande credibilità. La trama è senza fronzoli è con un buon ritmo che non lasci spazi vuoti o interlocutori. A me è piaciuto.
La sceneggiatura non e' delle piu' originali, tratta di cose gia' viste e inflazionate, tuttavia gli attori del calibro di Gere e Sarandon riescono a renderlo un film godibile e intrigante per tutta la sua durata. Troppo forzata la troncatura finale. E' chiaro che l'effetto inaspettato e' voluto, ma e' altrettanto chiaro che non aveva senso secondo me lasciare un finale aperto.
nessuno dubita sul fatto che gere sia un uomo bello e affascinante ma propone la stessa immagine dai tempi di pretty woman..il film è recitato e girato professionalmente anche sè è un pò tirato per il collo..e l'impatto degli anni sui protagonisti è tremendo penso che hollywood si debba rinnovare,nei volti e nelle idee.