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Amour

Opinioni presenti: 6
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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un film dalle perfette geometrie

(9/10) Voto 9di 10

Un film tristissimo, semplice, quasi perfetto. Drammatico al limite del sopportabile per la sua normalità senza orpelli, ma anche discreto nel presentare una realtà terribile e a volte sensibilissimo. Il regista austriaco dall’aspetto di guru e dallo sguardo di entomologo scava a fondo nella coscienza e nel rimosso di molti di noi. In tutti e due i casi si toccano concetti fondamentali: l’amore così difficile e così prezioso a qualsiasi età, l’arte come consolazione o come dannazione, la senescenza che comunque ci riguarderà e contro la quale non si può più fingere, la perdita delle persone care. A tutto ciò si aggiunge la sofferenza e il sacrificio di sé, spesso inutili, che generano impotenza e rovinano la vita, il fisico, i sentimenti di chi assiste all’evolversi senza speranza di una malattia, nonché al dolore senza remissione dell’altro. Il laico si trova nudo di fronte alla perdita di chi ama e nel cammino difficilissimo che gli si spalanca davanti arriva a desiderare o a essere di fatto l’autore della dolce morte. Questo accade nella casa borghese di Anne (Emmanuelle Riva) ed Henry (Jean-Louis Trintignant). Essi sono due ottantenni di fatto e nella finzione. Dopo una vita insieme, interessi comuni per la musica (entrambi sono stati insegnanti della materia), lo svolgersi tranquillo dei giorni, ritmato dalle piccole abitudini, dai concerti serali, dall’ascolto di cd di ex-allievi diventati noti e da un’intesa che non ha più bisogno di parole, vedono frantumarsi il loro mondo. Una mattina Anne ha un momento di totale assenza che sembra passare senza conseguenze. Ma non è così; dall’ictus che la paralizza a metà, dopo un’inutile operazione, la situazione passa a crescenti difficoltà, fino all’annullamento di ogni dignità e capacità di esprimersi della persona. Ogni giorno che passa il corpo afferma la sua dissoluzione che trascina con sé anche pensiero e memoria o viceversa, a seconda di come uno la pensi. Né servono le cure di Henry, la totale dedizione, il dispendio ostinato delle sue forze barcollanti, sostenute sulle prime dalla speranza. Dopo, la situazione diventerà intollerabile e quando Anne inizia a rifiutare anche l’acqua sarà chiaro al suo vecchio e disarmato compagno cosa deve fare. In quanto allo stile di Haneke, la geometria degli spazi, i piani sequenza statici, il ritmo estenuato e dilatato sottolineano tutti i momenti clou della narrazione. Vedasi infine la forza simbolica di certe immagini come, verso la fine, è la sequenza della cattura del piccione da parte di Henry, per poi liberarlo dopo averlo accarezzato, come ha fatto con Anne. Ritorna alla mente il libro di Suskind “Il piccione”, anche se le tematiche sono diverse. Da applausi a scena aperta la recitazione dei due vecchi attori, che danno il meglio di sé facendo scomparire in un colpo solo le riserve e le censure verso l’amore dato e vissuto dai più anziani, allorché dalla bellezza dell’arte e della giovinezza si arriva a una fine che sembrava ancora lontana.



olga, 67 anni, perugia (PG).




Amore/Morte

(9/10) Voto 9di 10

Nessun suono, nessun rumore, niente musica così inizia il vincitore dell’ultima Palma d’Oro di Cannes quasi a voler dire….Silenzio gira Haneke…..e poi d’improvviso si sfonda la porta della nostra coscienza e ci tuffiamo immediatamente nel dramma. L’Amour che da il titolo al film è quello tra due insegnanti di musica Anne e Georges ormai ottantenni che un ictus mette a dura prova. La malattia improvvisa della moglie costringe il marito ad accudire con un amore senza remore la compagna di una vita, un’ amore così grande fatto di promesse da mantenere ad ogni costo, fatto di racconti di un passato lontano, fatto di filastrocche da cantare in tutti modi….. Haneke si piazza nelle mure domestiche dei protagonisti…..li segue….li osserva….niente pietismi solo la dura quotidianità che viene riservata ai monumentali Jean-Louis Trintignant ed Emanulle Riva. Qualcuno si chiede se il duro regista austriaco si è ammorbidito…..assolutamente no….il suo cinema senza sconti è presente con il suo occhio che segue la degenerazione di questa malattia come la scena della doccia o quella forte e improvvisa dello schiaffo talmente intensa che sembra che sia lo spettatore a riceverlo fino allo struggente finale…. E alla fine ti senti come Isabelle Huppert….solo, in un surreale silenzio a cercare di capire cosa sia successo…..anche a te. Di una cosa è certa la Palma d’Oro non è il premio giusto per Amour (non fraintendetemi il film è di un’intensità magnifica) perché premiare il film risulta limitativo per le mostruose interpretazioni di Trintignant e Riva.....loro non sono gli attori dl film, loro sono il film…..lo vivono, lo sentono, lo soffrono e lo amano amandosi…..visto che la regola del Festival impedisce la concentrazione dei premi….io non avrei avuto dubbi tra il film e gli attori io avrei scelto quest’ultimi. Voto 9



diomede917, 42 anni, Rho (mi).




Bravi solo gli attori

(2/10) Voto 2di 10

Non mi è piaciuto per niente, bravissimi solo gli attori. Lentissimo, chi purtroppo non conosce o non ha vissuto certi momenti?Rivederli riprodotti persino troppo fedelmente non è d'aiuto a nessuno. Fare un film di questo genere per innalzare l'amore coniugale, mi sembra del tutto fuori luogo. Ci sono film che trattano di. temi altrettanto difficili, ma in tutt'altra maniera e soprattutto più gradita!



Elisabetta, 33 anni, Cuorgné (TO).




Straziante

(8/10) Voto 8di 10

Questo è cinema. Grande regia, interpretazioni impeccabili. Haneke ci fa vivere un dramma come pochi saprebbero fare. Non vedo cosa ci sia di sbagliato nel farlo. E se poi si fa con questa intensità ben venga. Un film che io ritengo abbia molto da insegnare, e sia molto utile alla causa, senza dubbio non nocivo.



Graziano, 29 anni, Cassano d'Adda (MI).




Grande cinema

(9/10) Voto 9di 10

Le opinioni che mi precedono sintetizzano al meglio l'essenza di questo meraviglioso film recitato magnificamente dai due anziani attori. Amore è il titolo perfetto perché nel film viene esaltato questo meraviglioso sentimento che in età avanzata si fa ancora più puro e sincero. L'intensità e la drammaticità del film sono ai massimi livelli, ma la visione è comunque un'esperienza "di vita" oserei dire, perché tutti prima o poi dovremo confrontarci coi tempi affrontati, sia per noi stessi che per le persone care che ci circondano. Palma d'Oro più che meritata.



Luca, 29 anni, Perugia (PG).





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