Il titolo della mia opinione si riferisce al 2 assegnato al film da Picchia. Ma come si fa a dare un voto così basso ad un film come questo? I giudizi ed i pareri servono ad aiutare gli utenti del sito a scegliere o a scartare un film, non a confondere le idee.
Assegno un bel 10 per portare la media ad un livello più consono alla qualità del film. Se avessi potuto avrei assegnato 14 per portare la media a 8, perché il voto che merita questa pellicola è intorno a questo valore.
Certo i finti critici quelli che si danno grandi arie.Quelli che usano paroloni per descrivere cose semplici.Quelli che amano Tarantino a prescindere. Quelli che amano Lars Vpn Trie. Quelli che danno 2 ad un film come questo. Non un capolavoro certo ma un bel film. Toccante, mai scontato,niente zucchero, niente lacrime, solo yanto realismo. Ben recitato, ottimamente fotografato. Unic neo quellal voce che ogni tanto viene dalle retrovie a spiegarci cose che stiamo vedendo. Ma, ripeto,come fai a dare 2, nasconditi su.
il film merita una media alta! è difficile trattare un argomento potenzialmente strappa lacrime come la malattia di un bambino senza scadere nel melodramma. Qui si racconta una storia d'amore, di coppia, di vita che include anche la prova più difficile: affrontare la malattia. Bella la scelta dei brani musicali che fanno da puntuale contrappunto alla narrazione.
Avere un'opinione ed esprimerla liberamente pensavo che fosse il senso di scrivere una recensione a un film visto. Non credevo che questo fosse un forum sul quale prendersela con chi ha scritto prima di te sulla base del fatto che la pensi diversamente....metterò un bel 10, così alzo ancora la media, che ho così vilmente e ingiustamente abbassato!
Non scelgo i film in base al regista, non leggo mai le critiche, leggo sempre le recensioni del pubblico, perché spesso non ci trovo polemiche, ma opinioni.
Questo film racconta una storia che arriva in faccia e lascia un carico di pesantezza inevitabile. La dimensione parallela che emerge dallo schermo ti ci porta dentro, non c'è ironia che tenga nella malattia, è una prova che schiaccia la gente come un tubetto di dentifricio. La vita poi non può più essere la stessa, si paga un prezzo altissimo in questa lotta. La narrazione mette tutto sulla scena in primo piano, a volte gli elementi si annodano ma l'angoscia non si attenua, anzi cresce, il dolore rappresentato è tale che il finale di vittoria non smorza la sensazione della perdita. Sul piano narrativo alcune disturbanti inserti documentaristici ci raccontano anche il pezzo che non avremmo voluto sapere, in un'orgia di realtà. Apprezzabile il senso di riconoscenza e riconoscimento per la sanità pubblica, che prima della dichiarazione dei titoli di coda emerge dalle figure di alcuni medici; bravi gli interpreti, che replicano quel che hanno vissuto in una condivisione che lascia comunque l'amaro in bocca, nonostante tutto.