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Hunger

Opinioni presenti: 6
Media Voto: Media Voto: 9 (9/10)

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tus ideas perduran

(9/10) Voto 9di 10

Hunger è molto più della visione di corpi spogliati, percossi, straziati, violati. Il pericolo che questo film, magistralmente sceneggiato e diretto (a parte la scena inverosimile e ridicola del pianto del "celerino" di sua Maestà), ci lasci in eredità solo sensazioni "fisiche" è reale. Non possiamo essere colpiti all'improvviso da quelle immagini, meravigliarci di tanta violenza. Ogni giorno, in ogni istante, in ogni angolo del mondo, ci sono uomini imprigionati, perseguitati, torturati, uccisi, a causa delle loro idee. L'Impero, però, si premura di informarci sull'ultimo fidanzato di Belen, sul modello di Ferrari che Lapo ha parcheggiato in divieto di sosta, ci seduce spingendoci a fare la coda al negozio di Abercrombie. L'Impero è riuscito ad impedirci di pensare. Bobby Sands morì nel 1981. Era un periodo in cui la politica aveva a che fare con le idee e avere idee significava fare politica. Erano anni in cui era ancora vivo l'eco delle stragi, quella di ustica recentissima, in cui le contrapposizioni ideologiche spingevano ad uccidere. Erano gli anni in cui l'Impero preparava la grande controffensiva. Ronald Reagan e Margaret Thatcher venivano incoronati e le loro milizie addestrate. Erano anni in cui, ancora, uomini che amavano infinitamente la vita erano disposti a sacrificarla, a perderla, perchè altri ne avessero una migliore: l'atto estremo d'amore. Inevitabile il confronto con l'oggi, con la nostra misera italietta, periferia dell'Impero. Politica alle fighe e alle troie, intrisa di conflitti di interesse, avvelenata da miasmi mafiosi. Società per cui amare la vita ha acquisito il significato di godersi la vita. A tutto questo mi ha fatto pensare Hunger e la tristezza e il dolore sono più per l'oggi che per Bobby e gli altri combattenti.



Giorgio, 45 anni, Milano.




emozione pura

(9/10) Voto 9di 10

un film da vedere, crudo, il classico "pugno nello stomaco" ma in questo caso dato davvero duramente. attori magnifici, fotografia eccezionale. Dà da pensare il fatto che da noi sia uscito solo oggi (è del 2008) sull'onda del successo di fassbender e il suo shame...



andrea, 40 anni, monza (MI).




Non ci sono parole per descriverlo tanto è bello

(10/10) Voto 10di 10

Finalmente l'ho visto! Ottimo film, ottimo interprete, magistrale regia. Persino il doppiatore di Fassbender mi è piaciuto, nonostante lo scetticismo mio iniziale. E' uno di quei film che ti fanno uscire dalla sala con quella voglia di approfondire la questione e di non lasciarla indietro. Voto 10,e non chiamatemi esagerata.(non posso dare 100)



Giorgia, 29 anni, Bologna (BO).




Film che arriva sullo schermo come un pugno!

(9/10) Voto 9di 10

è una pellicola violenta e viscerale dalla sconvolgente potenza visiva. Articolata da lenti, chirurgici movimenti della cinepresa, che predilige lunghi piani sequenza per addentrarsi nell'inferno terreno vissuto dai carcerati nordirlandesi, la storia (vera) non lascia respirare lo spettatore: i detenuti irlandesi del carcere "Maze" di Long Kesh chiedono lo status di prigionieri politici mettendo all'opera la "protesta delle coperte" e un radicale sciopero della fame. La privazione della libertà dell'individuo viene riaffermata attraverso la libertà di disprezzare e affamare a morte il proprio corpo. La negazione imposta nel carcere - la negazione di uno status politico, la negazione di condizioni umane di vita, la negazione della dignità individuale attraverso percosse e violenze -, una negazione che annichilisce la libertà dei soggetti viene combattuta attraverso un'altra negazione, questa volta scelta autonomamente, che porta i carcerati a riconquistare lo spazio della libertà sottratta attraverso la propria distruzione, attraverso la distruzione del proprio corpo. La rivolta è capeggiata da Bobby Sands (sullo schermo con il volto ed il corpo di Michael Fassbender, attore tedesco naturalizzato irlandese, nell'interpretazione che lo consacra nell'Olimpo dei più promettenti interpreti del presente), introdotto come protagonista solo oltre la metà della pellicola mentre prima restava sullo sfondo come uno dei tanti prigionieri lasciando che la camera di McQueen seguisse le vicende legate al celerino Raymond e al neodetenuto Davey Gillen che sprofondava in un pasoliniano girone di sangue e escrementi. Tre personaggi, tre momenti dentro una violenza feroce che non lascia scampo né speranza alcuna. Un gioiello invisibile che la distribuzione italiana ci offre a distanza di quattro anni dalla sua uscita...



Flavio, 27 anni, Napoli.




Ottimo

(8/10) Voto 8di 10

Ambientato a Belfast nel 1981 e devo dire che è un film subumano, nudo, duro e crudo. Tra l'altro in UK è uscito nel 2008 mentre in Italia solo nel 2012. E' un film drammatico e poco parlato ma ottima regia di Steve McQueen che da ogni piccolo particolare trasuda i sentimenti e il significato di qualsiasi scena. Non è un film qualsiasi ma bisogna guardarlo con la consapevolezza di quanto gli esseri umani arrivino a certe condizioni pur di avere la libertà. Voto finale: 8.



Daniela, 26 anni, Sondrio (SO).





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