Film molto bello che sembra affrontare il tema della malattia e della morte con leggerezza e ironia; invece è molto più sincero e profondo di tanti altri che puntano tutto sulla facile commozione. Fa scoprire quanto, in quelle situazioni, siano importanti gli affetti, quelli veri. Attori tutti bravissimi.
Piccolo ma intenso film di Jonathan Levine, questo 50 e 50, che ci accompagna nella vita di un ragazzo qualunque improvvisamente aggredita da un cancro che, come da titolo, ha solo il 50% di possibilità di sopravvivenza.
Potrebbe essere un dramma o, ancor peggio, un melodramma e invece questa vicenda ci mostra un risvolto inaspettatamente leggero a quella che, comunque, rimane un piccolo incubo: il bravissimo Joseph Gordon-Lewitt nella parte del protagonista e Seth Rogen in quella dell'amico affrontano come possono, da giovanotti goliardici ma anche intelligenti, superficiali ma anche umanissimi, questo evento lungo un'ora e mezza sorretta da una sceneggiatura non troppo brillante ma capace di trasformare un tema delicato in una divertente commedia a misura d'uomo (quindi mai sopra le righe, mai demenziale né surreale).
Film quindi che ha il grande pregio di non risultare pesante o ansiogeno né di facile commozione: visto l'argomento non era facile e invece si sorride e si ride e si riflette perché ogni spunto dato dal cancro viene rivoltato e umanizzato, disinnescando sistematicamente quasi ogni situazione di facile commozione in favore di un vitale istinto a giocare con i luoghi comuni, le ovvietà, i sentimenti umani.