Un dramma famigliare ben sviluppato e coerente. La regia di Payne si snoda bene tra i dialoghi e la cattura delle varie espressioni dei protagonisti che enfatizzano la situazione. La scelta migliore è stata quella di dare un tocco davvero semplice al tutto, pur dovendo trattare alcuni temi difficili e dolorosi. Un film con davvero poche pecche, cosa sempre più rara ultimamente.
Questi americani sono proprio curiosi. Di fronte alla tragedia di un coma irreversibile che sfocerà necessariamente nella morte, mettono in atto una serie di comportamenti sorprendenti, in cui la presa di coscienza lacrimosa è sempre pronta a distrarsi in altre piccole faccende urtanti e fuori luogo. Il padre della moribonda per esempio preferisce insultare il marito invece di raccogliersi nel lutto, la figlia si trascina dietro un ragazzetto ottuso, ed il marito non trova di meglio da fare che andare in giro a cercare il presunto amante della moglie moribonda. Insomma il vero dramma si scatena quando la puritana figlia scandalizzata e offesa dal fato che la madre ha avuto un amante, lo racconta al padre come se la vera tragedia fosse questa e non la morte.
Tutto il film più che al lutto ed al dramma gira intorno a questp tradimento (da notare che statisticamente TUTTI nella vita hanno tradito almeno una volta il proprio partner dunque tutto questo scandalo è alquanto ingenuo) e alla faccenda dell'affare della vendita dei terreni di cui il protagonista è proprietario.
Insomma ho l'impressione di un gran pasticcio di sentimenti mal calibrati, cui la misura della recitazione e della sceneggiatura non riescono a rimediare.
Torna sullo schermo George Clooney, in un film drammatico che di drammatico ha davvero poco, se non la povera moglie che impressiona lo spettatore per il suo aspetto.
Al centro della pellicola non vi è la storia tragica di una famiglia in crisi per la morte della madre, o del rapporto disastrato di un marito tradito dalla moglie o quella di una figlia che odia la propria madre nel letto di morte, ma la voglia di esaltare la bravura del protagonista, George Clooney, che delude le aspettative, ma è comunque stato candidato all'oscar per migliore attore protagonista, vinto però. giustamente, dal protagonista di "The artist", Jean Dujardin.
Delude molto "Paradiso Amaro" sotto ogni aspetto,è molto lento, poco coinvolgente e poco emozionante, ma sopratutto pesante e noioso.
Un dramma che non fa scendere nessuna lacrima...o forse si, per i soldi del biglietto. Sconsigliato.
penso che l'oscar per la sceneggiatura originale sia dare a cesare quel che è di cesare ma anche il grande george meritava la statuetta.a mio parere i grandi fratelli coen avrebbero potuto benissimo firmare la regia di questo film con un clooney come loro hanno sempre rappresentato e le atmosfere di una america tardo coloniale.il film è da 8+ ma la media di questo forum è scandalosamente bassa quindi 10 e lode.
Paradiso Amaro è un film che sicuramente riesce a trasmettere delle emozioni (con me ci è riuscito) in grado di bilanciare momenti tristi e molto drammatici con alcune scene diverteneti che aiutano anche a staccare l'attezione dello spettatore dal dramma e questa secondo me è una gran cosa.Inoltre viene fatta una forte caratterizzazione dei personaggi principali e quasto ci rende in grado di capirli e comprendere sempre le loro scelte e le loro idee.Difetti sinceramente non ne ho trovati però devo dire che manca qeul qualcosa in più che lo renda un capolavoro.Consigliato a tutti coloro che hanno coglioa di vedersi un bel film drammatico.
Voto 8