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The Iron lady

Opinioni presenti: 12
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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non mi è piaciuto per niente!!!!!

(1/10) Voto 1di 10

THE IRON LADY fa cacare(mi dispiace tanto ma è così!!!)ed è l'unico commento che mi sento di fare,arrivederci.



Barbara, 43 anni, Bari.




La ruggine della lady di ferro

(6/10) Voto 6di 10

Film sobrio, toccante, composto e forte come la Lady di cui racconta pochissimo la vita politica e molto di più il percorso interiore, la solitudine della vecchiezza, la decadenza della grandezza. Il film di Phyllida Lloyd narra infatti la vicenda umana di Margaret Tatcher, Primo Ministro inglese, ma lo fa senza mai scendere nel didascalismo e lasciando, anzi, la Storia con la esse maiuscola piuttosto in secondo piano nell'economia generale, col risultato che il film appare una riflessione piuttosto profonda sulla donna Tatcher e assai superficiale riguardo il suo ruolo pubblico. L'opera si svolge fra continui flashback non illuminando su particolari motivazioni e scelte del personaggio, senza giudicare o condannare, lasciando allo spettatore la libertà delle proprie idee. Senza una tesi di fondo, questo mezzo biopic risulta quindi contenutisitcamente povero ma non altrettanto povero dal punto di vista emotivo. Le scene di massa contrappuntate da sound punk, l'isolamento umano definito dai ralenty, dalle sfocature, dalle carrellate, la statura morale (nel bene nel male) della Tatcher abbozzata tramite dialoghi genuini e mai banali, dipingono un affresco stilisticamente toccante anche se piuttosto stonato e sfilacciato. In questo la Streep si riconferma il solito mostro di bravura, ben sorretta dal bravo Broadbent, nel limare le limitazioni del film offrendoci un personaggio a tutto tondo che sorregge molta parte del film sulle sue sole spalle.



Il Recensore, 28 anni, Firenze.




Meryl brava ma non quanto speravo

(6/10) Voto 6di 10

Mi sento di iniziare questa mia recensione dicendo che sono molto contento che Meryl Streep abbia vinto il suo terzo Oscar con questo film. Io l'ammiro moltissimo da molti anni. Nondimeno, non posso esimermi dal dire che NON gliel'avrei dato per questo film. La sua interpretazione è buona, non ci sono dubbi,ma effettivamente la Streep ha fornito prove ben piu' maiuscole di recitazione. Silkwood ad esempio è una di queste. I fatti trattati sono talmente radicati da anni di tg nelle nostre menti da non destare nessuna meraviglia: la guerra delle Falkland, gli scioperi dei minatori e i pericoli dell' IRA. Mi chiedo se il ruolo di Margaret Thatcher l'avrebbe potuto recitare qualcun altro anzichè Meryl Streep e francamente ritengo che l'unica altra attrice che avrebbe potuto interpretare il carismatico primo ministro inglese,sia Glenn Close a cui Meryl Streep anche stavolta ha soffiato la statuetta. Ho apprezzato il ruolo del marito di Margaret Thatcher interpretato da un attore molto bravo qual'è sempre stato Jim Broadbent



Pierpaolo, 39 anni, Lido di Venezia (VE).




solo per Meryl...

(5/10) Voto 5di 10

Premesso che più che un film sulla Thatcher è un film su vecchiaia, solitudine e dememnza, è proprio per questo e per la sua formidabile protagonista che si salva da un voto ancora più basso. Simpatico Jim Broadbent ma la Streep E' il film, e dà il meglio di sé proprio quando interpreta la parte inventata, della Thatcher sola che lotta contro i disagi della vecchiaia, nel suo solito modo: senza compromessi. Il racconto della parte storico-politica fatto da falsh-back è un disastro, confuso, privo di approfondimenti, con un personaggio a tratti caricaturale per anche se l'immedesimazione e la rievocazione sono imppressionanti. Alla sceneggiatura e alla regista mancano però tutti gli strumenti culturali del caso. Assurda ai limiti del ridicolo l'uscita da Downing Street sulle note di Casta diva e il tappeto di petali. Quella che doveva essere la storia del primo ministro per me vale 0, la vicenda della Thathcher di oggi 5, la Streep 10. Quindi faccio la media per dare il mio voto. Devo però ammettere che difficilmente dimenticherò i modi e soprattutto gli sguardi impressionanti della Streep in questo film: ti dimentichi che è lei, in quei momenti è davvero la Thatcher!



Angelo, 35 anni, Milano (MI).




Brava Streep, ma occasione persa

(3/10) Voto 3di 10

E’ vero che fare un film su di un personaggio vuol dire raccontare la sua storia e non necessariamente cosa ha fatto o gli è accaduto attorno, ma qui si parla di Margaret Thatcher, la sua storia è la storia del Regno Unito, in una fase (anche se l’ultima non certo la meno importante) della Guerra Fredda, e quindi è storia anche del mondo intero. Dire Thatcher significa dire cambiamento economico epocale (privatizzazioni), politica energetica (fine del carbone), indebolimento del welfare (un’arma di voto che verrà utilizzata in futuro in Inghilterra), politica estera (Blocco Sovietico), il gioco al gatto e al topo con l’IRA, i legami (e i favori scambiati) con la CIA, Reagan e l’IRAN, e non vado più avanti. Se togliamo tutto ciò ecco che rimane questo film: sbiaditi ricordi di una vecchia rincoglionita che ha visioni del marito scomparso anni prima. Ci sono persone la cui vita fa parte della Storia e raccontare la loro vita vuol dire accettare la sfida di raccontare la Storia che hanno fatto e subito. Solo la guerra delle Falkland è accennata, tutto il resto sono solo vaghe allusioni che, se non si volevano approfondire, era meglio fare un bel sequel di Mary Poppins, tanto ce n’è bisogno!



Andrea, 34 anni, Perugia (PG).





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