un ex bohèmien che nulla più si aspetta dalla vita trova nella realtà proletaria sua e di chi lo ciconda la forza di affrontare le vicissitudini di un migrante bambino a ricongiungersi con la madre a londra contro la orrida legge del respingere il clandestino ad ogni prezzo.
Basterebbe questo breve dialogo per dare la cifra di questo meraviglioso film.
Insieme alla bellissima recensione di Olga.
Mi fermo sull'ambientazione per molti anacronistica ma a mio avviso' strepitosa. Che ben rappresenta questa favola vera, sottolineata dalla difficile definizione spazio temporale del film...anni 70 o oggi? Entrambi direi.
E' chiaro che il buono del film e' rappresentato da tutto cio' che e' vintage e non e' un caso che il quartiere sia fatto di gente adulta/matura/anziana. L'unico giovane e' il ragazzo di colore -lui si calato nel presente di una societa' moderna senza pieta'- che si affida con dolcezza a questa gente che ha poco ma ha sempre vissuto con dignita' e in pieno la propria esistenza. Non e' un caso che il vicino spione sia solo intravisto, non definito.
Non e' un caso che la prigione sia imbottita di giovani vestiti dei giorni nostri ma l'ufficio del direttore del carcere sia di nuovo vintage.
Certo l'ambientazione anni 70 puo' non essere facilmente digeribile ma rappresenta al meglio il carico di valori di un manipolo di vecchi ancora giovani dentro perche' in grado di mettersi in gioco per un ragazzino e il suo diritto a vivere una vita dignitosa.
Bel film assolutamente da guardare anche solo per la splendida fotografia utilizzata. Personalmente vorrei togliermi alcune curiosità, visto che nella recensione si parla di cura maniacale per i dettagli, ho due domande:
- se il vicino chiama la polizia appena vede Idrissa entrare a casa di Marcel, perchè questa non arriva subito ma con giorni di ritardo?
- se il film è ambientato, come sembra, verso la fine degli anni 70, cosa ci fa un cellulare in mano al vicino spione quando vede Idrissa fuori dalla stazione in attesa di lustrare le scarpe? L'ho trovato alquanto anacronistico...
Questo film contiene i temi cari a Kaurismaki, che già si trovano nell"Uomo senza passato" ed anche nell'ormai lontano "Nuvole in viaggio". La solidarietà tra poveri, l'amicizia ed anche un pizzico di fortuna portano alla serenità della conclusione, sempre pacata perchè il lieto fine non è mai esagerato.Un'opera che ti solleva lo spirito e che ti fa sperare.