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Pina 3D

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Media Voto: Media Voto: 9.5 (9.5/10)

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un film sulla vita, immortale PIna

(10/10) Voto 10di 10

Wim Wenders e Pina Bausch, gli apici nel loro lavoro, due persone che hanno fatto dell'originalità il loro sguarso sulla bellezza. Questo è un film sulla bellezza, perchè tutto è bello, le scene, le ambientazioni, le riprese, le musiche, le danze e naturalmente le coreografie. E' un film sulla vita, che raccoglie nella immaginazione di Pina Bausch tanti di quei sentimenti, incanalandoli verso una comune positivitò, che siano la gioia o il dolore, la paura o la fiducia, l'amore o la tristezza.. tutto prende vita, e anche la ripetizione della fila dei ballerini a ritmo di vecchio jazz, fino alla scena che si rifà al settimo sigillo di Bergman, comunica vita anche nell'atto finale, nella morte, che in questo caso viene mostrato nella sua naturalezza (ancor più di Bergman e della parodia di Woody Allen in Amore e Guerra..). UN film, un documentario meraviglioso, da consigliare a tutti



paolo, 52 anni, siena.




danza mon amour

(9/10) Voto 9di 10

Sono molto contenta di aver visto e sentito lo spettacolo, immedesimandomi col pensiero nello sguardo profondo, ora triste ora luminoso, della Bausch e a quanto di lei e della sua opera l’autore ha fatto rivivere. Nel contempo ho “ritrovato” il regista tedesco e la sua capacità di cogliere per immagini luoghi ed eventi particolari, offuscati nell’ultimo periodo un po’ pigro e vuoto di creatività. Qui c’è il miglior Wenders (Paris Texas, Lisbon story, il Cielo sopra Berlino) potenziato in espressività ed eleganza dal legame di amicizia o meglio di vera e propria corrispondenza che lo legava da circa un ventennio alla Pina B. Quest’ultima negli anni ’70, parallelamente all’amico regista, rivoluzionò la danza, trasformandola in azione teatrale recitata e ballata, sfruttando tutte le possibilità espressive del corpo in un connubio originale di vari linguaggi, tanto da far parlare di lei come di una “creatrice d’arte”. Il film con lei e su di lei ha una incubazione lunghissima perché Wenders non si sentiva in grado di scendere nel profondo del lavoro dell’artista e perché alle prime prove realizzate mancavano il cuore e lo guardo della danzatrice, alla quale infatti non piacquero. Poi per caso nel 2009 il regista incontra il 3D, cioè il mezzo tecnico che gli permetteva di dare la giusta efficacia al suo documentario, esaltando la forza emozionale delle creazioni dell’amica. Ma quando mancavano solo due giorni alle prime registrazioni in 3D, la danzatrice-maestra viene improvvisamente a mancare. Sono poi stati i ballerini che formavano il suo corpo di ballo Tanztheater Wuppertal a non desistere da quello che sarebbe diventato un film con la Bausch, perché il suo spirito aleggiava ancora tra allievi e sodali, ma anche per la Bausch, rendendo omaggio alla sua memoria. L’opera è fatta di poche parole, come sarebbe piaciuto a Pina, che sono le frasi brevi dei suoi ballerini intervistati. Ci sono poi spezzoni di repertorio, ricordi, movimenti di danza, ambientati in angoli urbani di Wuppertal o nelle vicinanze en plein air. Nucleo centrale dell’opera sono però quattro coreografie tra le più famose dell’autrice: Cafè Muller, Le sacre du printemps, Vollmond, Kantakthof. A mio parere le più emozionanti sono le ultime due, sebbene una graduatoria sia difficile da effettuare. La unicità dello guardo della Bausch si fonda del resto su una preparazione multidisciplinare che le ha consentito il recupero di altre arti immesse nella sua con padronanza e scrupolo assoluto dei particolari minimi. Memorie artistiche di Caravaggio, di Dalì, di Magritte, insieme a memorie storiche della sua Germania, percorrono l’insieme della sua opera, accanto alla ricerca inesausta sugli elementi vitali del mondo (terra, acqua, rocce) e sulle capacità del corpo di esprimere sentimenti con ogni piccola parte di esso, a partire dai capelli delle danzatrici con vibrazioni a volte sottilissime. Un film, spero ve lo abbia fatto capire, tutto da godere.



olga, 66 anni, perugia (PG).




Un grande regista e il genio della danza

(10/10) Voto 10di 10

Un incontro felice, un documentario capace di esprimere il genio della grande coreografa. Un film da non perdere per chi ama la danza, il teatro, l'arte.



Andrea, 46 anni, Ferrara (fe).





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