Solito film demenziale penoso. L'unica che si salva è Annamaria Barbera ma non per questo lo consiglio di guardare. Solita trama senza senso condita da attori consumati dalle loro stesse battute. Se Fantozzi è andato in "paradiso" a Massimo Boldi quando toccherà?
In confronto i classici B movie anni 70 sono da premio Oscar.
Secondo me è stato fatto di molto peggio...sicuramente le scene più divertenti sono state quelle senza Boldi comunque nel complesso qualche risata si fà...
Voto 6
Anche in questo cinepanettone anticipato è valsa la regola che toccato il fondo si risale: ovvero, dopo un prodotto particolarmente scadente, il successivo dello stesso genere o filone sarà probabilmente migliore, e spesso nemmeno di poco. Dopo il mediocre 'A Natale mi sposo' dell’anno scorso diretto da Paolo Costella, Massimo Boldi si risolleva con questo 'Matrimonio a Parigi' nelle mani del più esperto Claudio Risi, che, pur non eguagliando ovviamente il celebre padre, qualcosa mostra di aver appreso nell’arte della regia. Stavolta infatti il film é nel complesso decisamente più solido, meglio diretto e sceneggiato, e si ride più spesso. Boldi é qui un’industrialotto superevasore che durante una vacanza a Parigi con la moglie (Paola Minaccioni) ha la sfortuna di conoscere un finanziere (Biagio Izzo) cui, ignorandone la professione, confida tutti i suoi imbrogli. In seguito i rispettivi figli si innamorano dando luogo a nuove complicazioni. L’intreccio é divertente, privo di volgarità inutili o di pseudogag stupide e irritanti, e regge bene senza sfilacciarsi. A Massimo Ceccherini (il socio di Boldi), anche stavolta in un ruolo da pervertito (é invaghito della bruttissima moglie dell’amico), sono toccate come al solito le battute più scurrili, ma senza esagerare né disturbare, mentre Anna Maria Barbera (la moglie di Izzo) ci delizia con i suoi esilaranti strafalcioni linguistici e l’irresistibile Enzo Salvi é il tassista romanesco trapiantato nella ville-lumière (sua la battuta cult: “io si nun me riposo tutto ‘r giorno poi la notte nun me riesce dormi’!”). Ha dell’incredibile la partecipazione del mitico Rocco Siffredi nel ruolo di uno...stilista francese gay, che finirà per rimorchiare Ceccherini. Proprio la recitazione del protagonista Boldi (che ha collaborato anche al copione), invece, appare stranamente più “moscia” e sottotono che in altre occasioni. Meno rilevanti come sempre i giovani figli. Comunque promozione a pieni voti per tutti. Piacerà senz’altro agli estimatori, come me. :-)