il film è ovattato,superbo per la sospensione di una fotografia essenziale e geometrica.
la colonna sonora,in alcuni momenti, scandisce le memorie di Gordon,l'alterego del protagonista.
La storia è quella di tante storie possibili,storie vere,quotidiane.
Roma,città dove è girato il film,sembra parlare,anzi sussurrare una sottile luce che squargia la malinconia che i giorni,normalmente,portano con sè.
A mio avviso,un Capolavoro.
Decisamete bello il film in questione che mi aveva incuriositonon tanto per la regia (della quale non conosco i precedenti), quanto perla partecipazione del bravissimo Luigi Lo Cascio che avevo ammirato ne "i cento passi". Ben articolata la trama che rimane sempre sul filo del surreale, lasciando lo spettatore in uno strano stato di alienazione agli eventi; non si capisce mai se la narrazione oltrepassa la linea del possibile o in fondo tratta solo di ciò che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Bravi anche glialtri attori dove figura anche un insolito Silvio Orlando come antagonista.Splendida la colonna sonora che si sostituisce ai dialoghi in molti momenti,perchè come diceva il titolare di Antonio bisogna sapientementealternare i momenti di dialogo a quelli di silenzio. Ve lo consiglio caldmente.
Un film bellissimo, terribilmente vero e altrettanto impietoso, che smitizza e dissacra la nobiltà dell'amore. Perchè di amore si tratta, anche se segue la strada + tristemente comune del riempimento dei vuoti reciproci.I personaggi sono due mediocri, lui grandi potenzialità ma senza alcuna ambizione trasferisce tutto nel suo mondo fantastico e lei alla quale neanche l'amore e la dedizione per la figlia riesce a dare lo spessore umano da sempre cercato.....questa stessa mediocrità viene trasportata nella loro relazione e non c'è traccia d'altro che non sia la continua manifestazione di due tristi solitudini....stupendo il dialogo tra i due in macchina e il discorso finale di lei con l'assistente sociale fino ad arrivare all'epilogo di una tristezza angosciante.....Eccellentemente interpretato....un pugno nello stomaco cosi' me l'aveva dato solo l'ultimo bacio, anche se sono due film totalmente diversi.....
Sicuramente un film stile Piccioni, interiore forse troppo..forse per molti incomprensibile..ma di una realtà sconvolgente....tranne l'inizio che ti sfugge perchè devi dare subito attenzione per capire il senso, e qualche paesaggio di troppo, un film interiorizzante..in cui la psicologia dei personaggi assume una realtà imbarazzante..in cui le piccole e grandi paure quotidiane vengono affrontate al meglio...poi azzeccattissimi gli attori...un piccolo gioiellino...peccato per la fine...troppo banale???no forse non reale......perchè la realtà a volte è piu cruda e dura
Alla mostra di Venezia l'atteso film di Piccioni delude.Dopo il bel film "Fuori dal mondo" Piccioni sembra prendersi troppo sul serio rischiando di cadere nel manierismo di se stesso, con una punta di velato autocompiacimento.Con "luce dei miei occhi" il regista rimascola continuamente il patetico nel sentimentalismo, ma mentre Charlie Chaplin, anche grazie alla sua geniale comicità, riusciva a trasmettere vere emozioni in intramontabili capolavori, Piccioni sconfina in un cinema che vuole essere impegnato, ma che si dimostra in realtà vuoto e sterile come i suoi personaggi e dietro alle lacrime, una superficialità che può accontentare solo un pubblico al livello di "Beautiful".Incomprensibili i tocchi poetici del protagonista, che fuori campo legge un libro di fantascienza! O forse un vano tentativo di trovare una base d'appogio, la voglia di evadere, il bambino che rimane in noi ecc... a coprire l'inevitabile noia del film.A Venezia era talmente atteso che la Giuria, visto lo scarso risultato del regista, ha optato per la premiazione dei due protagonisti (Lo Cascio, Ceccarelli), forse anche per non deludere le ambizioni di un nuovo Cinema italiano.Da dimenticare...