l'ho visto per caso, una sera preso a nolo, anche se i due attori ed il terzo mi erano molto noti. non sono rimasta delusa. Film solitario, silenzioso in cui gli affetti, gli amori, i dolori sono rappresentati come coperti da un velo trasparente.
mi sono emozionata e mi ci sono ritrovata, le musiche hanno contribuito alla bella riuscita del film, grande anche einaudi, oltre lo cascio ceccarelli (un'attrice che purtroppo si vede poco) e orlando.
Esco dal cinema rattristato, le mie aspettative dopo il precedente film di Piccioni rimangono deluse...Bravissimi gli attori, anche quelli non protagonisti. che fanno trasparire una preparazione teatrale.Il soggetto è buono ma il film non riesce mai a decollare:l'intreccio dei sentimenti con la difficoltà di comunicazione tra i personaggi-isola dela storia non si rende mai veritiero e la storia finisce per invischiarsi in un ambiente etereo, asettico, poco credibile.La città dove si svolge la storia appare innaturale, priva di vita (si tratta di Roma o di un altro pianeta?).Peccato, un'occasione persa.
È un film emotivamente molto intenso che descrive fin troppo bene le derive sentimentali dei nostri tempi, la sofferenza nel placare il disagio di vivere tentando di amare, il vuoto dentro, la paura fuori e la fuga nella fantasia (unico psicofarmaco senza effetti collaterali). Da questi presupposti scaturisce il fascino del protagonista, confuso tra la realtà quotidiana del lavoro e il mondo etereo del quale si nutre: solitudine e incomunicabilità sono i segni indelebili che la metropoli lascia sulle nostre vite senza difese; Piccioni ci fa uscire dalla sala cinematografica con un senso di déjà vu che non disturba troppo, ma turba parecchio. Forse il film è un tantino lungo, ma l’ottimo Luigi Lo Cascio - probabile nuovo astro del cinema italiano (“I cento passi” non è stato un caso) - dipinge talmente bene l’angoscia esistenziale che il regista vuole comunicare, al punto che il tempo non conta più.