Film assolutamente ridicolo, recitazione, doppiaggio, fotografia, dialoghi Dio, i dialoghi sopratutto quelli! scene ridicole a gògò...Peccato che il Montanari si sia "macchiato" la carriera con questo scempio! io dico ma perchè in Itaia si spendono dei soldi per tali prodotti.
non m'è dispiaciuto questo ritorno al thriller di carlo vanzina: la trama è abbastanza contorta; i sospettati sono molti; non è facile scoprire prima della conclusione l'assassino e il movente dei suoi delitti. manca però una vera e propria tensione (specie nel momento in cui il colpevole viene smascherato) e il lieto fine potevano evitarlo. qualche ingenuità: bastava indagare nella vita privata della modella investita dall'automobile scura per scoprire se qualcuno di quelli che la conoscevano aveva una vettura simile all'auto-pirata (erano state perse anche tracce di vernice dalla carrozzeria). non a caso, alla fine, è proprio l'auto a dare una svolta per risalire all'assassino. e per quanto riguardava il finto suicidio in albergo bastava precipitarsi nella camera della modella deceduta per capire se si era buttata da sola o se l'aveva spinta qualcuno fuori della finestra. benchè è pur sempre un film e la trama non poteva chiudersi subito.
La moda dei remake non accenna a tramontare, nè oltreoceano nè da noi, anche quando sarebbe il caso, per vedere qualcosa di nuovo. I Vanzina’s brother non potevano lasciarsi sfuggire l’occasione di riprovarci con un loro vecchio successo, ovvero il più famoso dei loro thriller, perlomeno nel titolo, quel 'Sotto il vestito niente' tratto da un romanzo di Marco Parma che divorai nell’estate del ‘92 e che presentava una singolare caratteristica, più unica che rara: era caotico ed avvicente al tempo stesso. I due pur volenterosi e prolifici fratelli si sa che non hanno mai brillato nel genere, sfornando diversi prodotti di scarso interesse e coinvolgimento. Ma quella volta, era il 1986, fecero eccezione, almeno in parte.
Questo rifacimento, però, a parte l’ambientazione, il fatuo mondo dell’alta moda, non c’entra assolutamente nulla con la trama del primo film, che a sua volta non c’entrava assolutamente nulla col romanzo. Qui un commissario meridionale trapiantato a Milano che sta per diventare papà (Francesco Montanari) indaga su alcuni delitti nell’ambiente delle sfilate milanesi di un affermato stilista (Richard E. Grant). La protagonista femminile, chiamata a sostituire la prima vittima, é la bellissima Vanessa Hessler, che, a giudicare da un’intervista a 'Le Iene' di qualche anno fa che ho visto una volta su You Tube non deve essere certo altrettanto intelligente, tanto per cambiare (memorabile quando parlava di “attraentività”). La suspense é pressochè a zero: Carlo Vanzina come regista é sempre stato decisamente debole su questo versante, causa principale probabilmente della scarsa qualità dei suoi gialli (oltrechè talvolta agli attori risibili). Il copione, comunque, scritto stavolta col noto giallista Franco Ferrini, non é niente male e vale la visione, magari in quei casi in cui non c’é nulla di meglio.
Assolutamente inguardabile. Recitazione a livello parrocchiale, doppiaggio approssimativo. La prima volta in vita mia che sono uscito dalla sala durante la proiezione.