con intelligenza il film affronta i problemi di una famiglia con figli adolescenti e in cui la coppia è in crisi. non sono le tendenze sessuali dei genitori a fare la differenza, ma la presenza o meno di amore
Infatti mi è paiciuto tantissimo, ancora di più vederlo con mio marito e riconoscere i limiti,la daily-routine, le difficoltà, la noia e l'affetto che lega e divide, manda in crisi e riappacifica qualunque matrimonio anche quello "diverso". In particolar modo è stata splendida la sequenza in cui la Moore, quasi alla fine del film, chiede scusa e perdono per la sua "scappattella" (la possiamo chiamare così?) e dice che è maledettamente difficile mandare avanti un matrimonio, un unione per molto tempo senza problemi ... però ama Nic: commovente e Nic/A.Benning meravigliosamente piange,piange in modo magistrale perchè mentre si commuove anche lei già sta perdonando.
La famiglia è la famiglia e il matrimonio è tale anche se a viverlo sono coppie omosex. Partendo da questo dato oggettivo, Lisa Cholodenko rovescia con intelligenza la situation-comedy su cui si basava tanta parte della commedia americana incentrata una volta sulla famiglia. In questa prova dei giorni nostri la regista parte dall’assunto che siamo alle prese con un gruppo familiare normalissimo. C’è un ruolo materno e paterno, due figli né migliori né peggiori di tanti a
dolescenti d’oggi, una bella casa trattandosi di classe media, un membro della coppia che lavora, l’altro che aspira a farlo coltivando qualche frustrazione. L’unico particolare che rompe questo quadretto-tipo è il fatto che la coppia si compone di due lesbiche, madri biologiche dei rampolli avuti con inseminazione eterologa da un unico donatore. E qui si spalanca il vero problema, perché il figlio minore spinge la sorella ormai maggiorenne ad informarsi sull’identità del
padre di entrambi. Dopo qualche esitazione la ragazza acconsente, consulta la banca del seme e il nome viene fuori. L’uomo in questione, conosciuti i due ragazzi, entra a far parte in qualche modo del gruppo familiare, cosa che è la vera trasgressione relativa alla situazione esistente. L’esito finale, dopo il temporale provocato da tale novità, non si discosterà ancora una volta dalla norma. A giocare la parte del leone nel film, tipico prodotto del cinema indipendente americano a basso budget, nei ruoli di Nic e Jules, sono Annette Bening con capello corto e piglio da padre autoritario e un po’ schematico e Julianne Moore, moglie sostanzialmente a suo agio perché la coppia ha maturato negli anni un buon rapporto. Entrambe le attrici, al meglio delle rispettive performance, esibiscono anche con disinvoltura rughe e zone grigie delle loro mature bellezze. Il che oggi non è cosa da poco. I ragazzi, anche loro sufficientemente naturali, imbranati come sono, nelle problematiche adolescenziali, risultano convincenti. Altrettanto adatto al personaggio dello sciupafemmine ecologista, superficiale ma simpatico, è Mark Ruffallo. L’altro elemento interessante nella storia è il fatto che questo tipo d’uomo, a llergico al matrimonio, pensa di poter fare “suo” il gruppo familiare proprio perché parte dal pregiudizio che quella non è una famiglia
, anche se ne avverte il calore. In quanto alla profondità dell’analisi psicologica dei personaggi e ai dialoghi di cui il film si fa forte ed è intessuto, la regista riesce a non essere scontata per la delicata lucidità con cui affronta il tema. Anche la colonna sonora regala emozioni (vedi ricordo di Jane Joplin e canzone di Who da cui è tratto il titolo del film). Un lavoro da vedere quindi, qualsiasi cosa ne pensino molti in Italia, fermi sull’argomento al Medioevo prossimo venturo, non essendo in grado di vedere al di là della punta del proprio naso.
Onesto da ogni punto di vista, dalla sceneggiatura all'interpretazione.
Bello, davvero bello.
Ma con il doppiaggio italiano perde qualcosina, in particolar modo si toglie qualcosa alla eccezionale bravura della Bening, qui persino meglio della pur sempre bravissima J.Moore.
E' uno di quei film che ti fa capire come un'ottima attrice non abbia bisogno di personaggi sopra le righe o di drammoni senza fine per darti prova della sua padronanza dell'arte dell'interpretazione. Piccoli gesti, sguardi...recita senza recitare. Perfetta.