Credo che di questo film ricorderò solo due scene: l'uscita di Gekko dal carcere con quel cellulare mastodontico, uno dei simboli del precedente e il cameo di Charlie Sheen-Bud Fox. Il resto lo dimenticherò volentieri. Quest'ultimo lavoro di Stone, nonostante l'opportunità offerta dala recente crisi finanziaria, non regge il confronto con l'originale, niente tensione, niente ritmo, perfino il buon Douglas sembra aver smarrito del tutto il fascino malvagio dello squalo-Gekko (e non basta la stirata di capelli nella parte finale per riportarlo in vita), tantomeno i nuovi personaggi sono in grado di catturare il nostro interesse. Noioso
tutto sommato un bel film, non annoia, come tipico di Stone film molto realistico, curato nei dettagli, ma non di certo all'altezza del primo ke è diventato un cult ma questo me lo aspettavo. grande Douglas ke come da molti detto meritava più spazio, non all'altezza l'insipido Shia (mi era piaciuto solo come assistente moccioso del grande Keanu Reeves in quel capolavoro ke è Constantine) e l'ancora + insipida figlia di Gekko, troppo spazio dato a questa patetica storia d'amore (le loro scene sono state le uniche noiose del film) ke lo hanno un po' rovinato. ma nel complesso lo consiglio è cmq un bel film nonstante appunto queste pecche!
Questo film più che un sequel mi è sembrata una storia a se stante e Gekko spero non diventi come Hannibal Lecter che ormai appare in vari film in cui lui non ci entra più nulla, solo per vendere biglietti al botteghino. Questo film perde tutta la carica emotiva del primo, siamo in una fase in cui l'arrivismo è "sistemico" e quindi non c'è chi prevale. Avrebbe potuto essere un film di ampio respiro con un grande ritorno di Gekko invece vediamo un trama da telefilm con una regia di poco conto ed un cast totalmente sprecato. Il film in se non è brutto, ben recitato, buone scene, bella musica, bella fotografia ma il finale ti fa capire la lontananza dal "vero" film su Gekko, il primo anzi l'unico. Mi spiace per Michael Douglas che si è prestato a questo giochetto distruggendo il suo miglior personaggio. Spero non ci siamo più di "questi" sequel.
Trovo ingiuste e soprattutto prive di fondamento le critiche e giudizi negativi letti (pur rispettando le opinioni altrui, ci mancherebbe..); il film mi è piaciuto e anche molto, con un Micheal Douglas strepitoso che riporta sullo schermo il freddo e cinico Gordon Gekko, che qui, grazie a queste sue chiamiamole virtù, ci aiuta a mettere a nudo tutte le debolezze che oggi, inevitabilmente, stanno sempre più regnando sovrane nella nostra società. Ottima la fotografia, la regia e la struttura del film, che di pari passo alle fredde dinamiche dei mercati finanziari ci racconta i risvolti introspettivi dei protagonisti, con i loro drammi, le loro storie, e le loro ferite ancora non rimarginate..
Qualcuno ha criticato il finale, a mio avviso invece era il finale inevitabile per come è stato concepito il film, in linea con i personaggi e la trama. Non dico altro per rispetto di chi non ha ancora visto il film, ma mi è piaciuto molto ed è meglio di quello che mi aspettavo. Per chi ha visto il primo Wall Street e ne ricorda la colonna sonora, mi ha fatto piacere risentire la stessa celebre canzone che accompagna le scene finali, che mi ha regalato un brivido ed una piacevole emozione.
Massimiliano, 39 anni, San Benedetto del Tronto (AP).
Mix di banalità, argomenti ormai da comare di pianerottolo, buonismo disgustoso, mancanza di brio, fantafinanza da popolino, insomma, manca la magia, lo sprint, i dialoghi, l'intreccio, i sentimenti (pensiamo solo al rapporto padre-figlio del vecchio film, la figura di sir larry, la colonna sonora, l'intorto di bud fox a casa di gordon, l'escalation del successo, e la caduta, ecc..) insomma ripetto al primo siamo sottoterra. Peccato, bastava non voler fare a tutti i costi un film di massa, per donnicciole, curare meglio la sceneggiatura (piena di buchi, come ad esempio quando perde il bonus, ecc..), approfondire gli argomenti. Ancora una volta i soldi non solo non dormono, ma anche non bastano per fare un gran film, ci vuole lo "sbuzzo". Questo forse il rassicurante messaggio per i giovani italiani che il film trasmette.