Dal genio di Go Nagai, ecco Cutey Honey, una bella ragazza-androide che combatte un'organizzazione chiama "Panther claw" formata da donne mostro, agli ordini della perfida Panther Zora. Ci siamo persi in Italia la mitica serie anime originale, del 1973, fatta con i disegni di Shingo Araki, però, nel 1996, sono giunte le videocassetta Dynit del remake-sequel, del 1993-1994, "Cutey Honey, la combattente dell'amore", dove l'eroina non solo parla finalmente italiano (e con la voce di Francesca Fiorentini, voce italiana di Gwyneth Paltrow e Milla Yovovich), ma sfoggia due seni che sembrano quattro. A detta di ciò, questo non è un anime erotico, semmai è un serial fanta-sexy, ricco di colpi di scena e scontri all'ultimo sangue. Una delle caratteristiche di Honey è quella di trasformarsi come vuole, infiltrandosi nell'ambiente nemico anche nelle vesti più impensate. Ma alla resa dei conti con la cattiva di turno, l'androide, sfottendo il nemico, rivela la propria identità e lo sconfigge. La trama è ambientata nel futuro, nell'immaginaria Cospel city, dove il terribile Dolmeck, servo di Panther Zora, lancia la sfida alla città. Dalle prime immagini del primo degli otto episodi si ha l'impressione di passare da una fuga in auto alla Lupin III (dove, però i protagonisti sono un uomo e una donna, che poi si rivelano come i genitori del co-protagonista dell'anime, il piccolo Chokkey Ayami, che scappano dalla polizia dopo una rapina sfumata) ad una parodia di "Ken il guerriero" (causa l'arrivo di motociclisti mascherati alla "Mad Max", durante un colloquio del sindaco coraggioso della città). Poi, arriva una versione ciborg del Rigel di Goldrake, cioè un nanetto chiamato Dambei, il nonno del piccolo Chokkey, e tutto diventa più familiare, più nagaiano, perchè il vecchietto sfodera le armi di Goldrake e dei due Mazinga. Naturalmente, non è lui l'eroe, e nemmeno il ragazzino che chiama nipote, ma la bella e bionda Honey Kisaragi, eroina che trae la sua forza dalle persone che la circondano. Che dire di quest'unica serie arrivata in Italia della "combattente dell'amore"? Che è piccante, avventurosa e divertente al punto giusto, persino la sigla d'apertura del 1973 viene riadattata agli anni'90, non tradendo le origini tv dell'eroina. Otto episodi sono pochi (doveveno essere dodici, in realtà, ma il flop degli ultimi quattro ha fatto chiudere la serie prima), ma sono stati sufficienti a farmi piacere quasi tutti i personaggi, a comiciare dalla bella e camaleontica Honey e al nonno Dambei. Il piccolo Chokkei, invece, proprio non mi piace, forse perchè si fa catturare sempre come un salame. Riconoscibili personaggi e simboli di altre serie nagaiane, come Akira/Devilman e il professor Kabuto di "Mazinga Z" che sono, addirittura, le guest-star degli episodi 7 e 8. E' una serie, a mio avviso, molto bella, anche se inferiore a quella del 1973. Ottimo il doppiaggio curato da Fabrizio Mazzotta, che per Dambei richiamò Armando Baldini, il Rigel di Goldrake.