Un film che mi ha regalato momenti davvero divertenti. una visione molto attuale e ironica della vita di coppia. davvero bravi complimenti ... aspetto con ansia una nuova creazione o perchè no un bel proseguo?
3 spose per 5 mariti è una commedia che ha dentro tante cose e in qualche modo il prodotto è reso interessante proprio da questa sua ricchezza. Si parte dal fatto che è una commedia e che si rifà agli standard delle commedie italiane più popolari e amate, il pensiero va subito a Pieraccioni, a Salemme, a tutta la nuova generazione della commedia italiana. Ma inquadrare questo film in una sola categoria è riduttivo. Il grande punto di forza del film è proprio che con uno stile "nazionale" e fruibile a tutti viene raccontata la realtà locale con grande verismo, c'è dentro la Sardegna più vera, quella dei paesini, quella dei parroci e delle loro anziane madri, dei matrimoni enormi, del campanilismo e della rivalità fra paesi limitrofi. Macchiette vere e scene di vita quotidiana che vengono trasformate in cinema. E poi naturalmente ci sono i temi affrontati: da quelli classici dell'amicizia e dei rapporti di coppia, senza lesinare un divertente cinismo, all'omosessualità, che con un tocco lieve di politicamente scorretto, viene affrontata con leggerezza come forse la maggior parte degli italiani vorrebbe, non sarà la politica o le leggi che finalmente abbatteranno l'ignoranza e i pregiudizi, ma saranno i sentimenti, questo sembra voler trasmettere il film.
Un prodotto che affonda le radici in Sardegna e che, con l'aggiunta di qualche sottotitolo, è comunque esportabile fuori dall'isola.
Paga forse la troppa lunghezza, ma alla fine dei conti risulta inevitabile date le sue molteplici sfacciettature.
Andrebbero valorizzati di più i prodotti del genere perchè è dal territorio che bisogna ripartire per ffar crescere il nostro cinema... certo che con l'aria che tira sulla cultura italiana...
Da vedere!
Ho appena finito di guardare il film: ha catturato la mia attenzione fino alla fine e l’ho bevuto tutto d’un fiato. Ecco le prime considerazioni a caldo:
imperdibile per conoscere la nostra parte di Sardegna così com’è o, almeno, con minor approssimazione! Una bomba catartica ed evocativa, un concentrato di realismo: il prosit di ringraziamento in sacrestia, sr Dolores, il dialogo alla stazione, le scene di vita familiare che rappresentano il quotidiano della famiglia sarda-tipo, gli aspetti più gustosi e drammatici della preadolescenza; i capolavori di cesellatura come le unghie dei piedi “alate” e le abitudini inconfessate di vita privata, l’apixedda dell’ambulante che diffonde le ultime news, i piccoli conflitti di campanile tra un paese e l’altro, i rapporti tra mogli e mariti, madri e figli in cui, per molti aspetti, ognuno di noi si può identificare; l’approccio alla fede nelle sue dinamiche più elementari: il diverso modo di rapportarsi alla confessione di donne e uomini, il gesto scaramantico della mamma del parroco, tzia Giustina, di fronte al medico che la dichiara morta e la sua difesa della virtù del figlio davanti ai presunti assalti delle donne, la confessione del giovane Emanuele, la personalità di don Gesuino, frutto di abile dosaggio tra i piccoli piaceri terreni del cibo e del bere e le più alte velleità esorcistiche… Ed ancora la mamma che sponsorizza sempre il figlio maschio e il più classico dei conflitti tra genero e suocera invadente; il luogo comune delle donne al volante, gli inconvenienti che ritardano il matrimonio, il pubblico ufficiale petulante; la profondità didattica, genuinamente spontanea e terapeutica, nell’affrontare tematiche sociali quali l’omosessualità, più proficua di mille manuali di psichiatria perché naturalmente incastonata nella progressiva presa di coscienza e accettazione di ogni quotidiano; i colpi di scena finali, come il “crollo del baldacchino” di oraziana memoria… Il gioco del paradosso nella storia di Mirko, fine conoscitore dell’animo femminile, e la sua relazione con Antonello; la memorabile concretezza della lezione di sr Dolores che sembra appena "uscita" da un corso per corrispondenza della scuola Radio-Elettra…: un modo assolutamente simpatico ed affettuoso di presentare la complessità del reale. L’uso sapiente di una vasta gamma di soluzioni sceniche: il gioco degli sguardi, i primi piani, le mezze figure, i piani americani, le voci fuori campo e persino il muto;l’amore per il particolare,la valorizzazione dei paesaggi nostrani e l’ efficacia di un linguaggio riprodotto senza artificiali censure in fedeltà a quanto realmente accade nelle diverse circostanze e nei diversi ambiti del vissuto. Risolti in modo brillante anche i difficili scogli dell’incipit e della conclusione, vero banco di prova per chi si cimenta nell’arte drammatica. Semplicemente meraviglioso ed esilarante. Si vede che mi è piaciuto? Conto di farlo vedere ai miei amici: sono sicura che si divertiranno troppo.