3 spose per 5 mariti l'ho visto tante volte e conosco(molto bene...) alcuni dei protagonisti...è un film molto divertente,realizzato con tanto impegno,dove ci si possono trovare anche dei temi attualissimi.in una parola:brillante.
La realtà nuda, cruda ed esilarante! I personaggi li avro' incontrati migliaia di volte per strada, a scuola, in casa; è uno spaccato dei nostri modi e atteggiamenti. Complimenti!
Ho appena finito di guardare il film: ha catturato la mia attenzione fino alla fine e l’ho bevuto tutto d’un fiato. Ecco le prime considerazioni a caldo:
imperdibile per conoscere la nostra parte di Sardegna così com’è o, almeno, con minor approssimazione! Una bomba catartica ed evocativa, un concentrato di realismo: il prosit di ringraziamento in sacrestia, sr Dolores, il dialogo alla stazione, le scene di vita familiare che rappresentano il quotidiano della famiglia sarda-tipo, gli aspetti più gustosi e drammatici della preadolescenza; i capolavori di cesellatura come le unghie dei piedi “alate” e le abitudini inconfessate di vita privata, l’apixedda dell’ambulante che diffonde le ultime news, i piccoli conflitti di campanile tra un paese e l’altro, i rapporti tra mogli e mariti, madri e figli in cui, per molti aspetti, ognuno di noi si può identificare; l’approccio alla fede nelle sue dinamiche più elementari: il diverso modo di rapportarsi alla confessione di donne e uomini, il gesto scaramantico della mamma del parroco, tzia Giustina, di fronte al medico che la dichiara morta e la sua difesa della virtù del figlio davanti ai presunti assalti delle donne, la confessione del giovane Emanuele, la personalità di don Gesuino, frutto di abile dosaggio tra i piccoli piaceri terreni del cibo e del bere e le più alte velleità esorcistiche… Ed ancora la mamma che sponsorizza sempre il figlio maschio e il più classico dei conflitti tra genero e suocera invadente; il luogo comune delle donne al volante, gli inconvenienti che ritardano il matrimonio, il pubblico ufficiale petulante; la profondità didattica, genuinamente spontanea e terapeutica, nell’affrontare tematiche sociali quali l’omosessualità, più proficua di mille manuali di psichiatria perché naturalmente incastonata nella progressiva presa di coscienza e accettazione di ogni quotidiano; i colpi di scena finali, come il “crollo del baldacchino” di oraziana memoria… Il gioco del paradosso nella storia di Mirko, fine conoscitore dell’animo femminile, e la sua relazione con Antonello; la memorabile concretezza della lezione di sr Dolores che sembra appena "uscita" da un corso per corrispondenza della scuola Radio-Elettra…: un modo assolutamente simpatico ed affettuoso di presentare la complessità del reale. L’uso sapiente di una vasta gamma di soluzioni sceniche: il gioco degli sguardi, i primi piani, le mezze figure, i piani americani, le voci fuori campo e persino il muto;l’amore per il particolare,la valorizzazione dei paesaggi nostrani e l’ efficacia di un linguaggio riprodotto senza artificiali censure in fedeltà a quanto realmente accade nelle diverse circostanze e nei diversi ambiti del vissuto. Risolti in modo brillante anche i difficili scogli dell’incipit e della conclusione, vero banco di prova per chi si cimenta nell’arte drammatica. Semplicemente meraviglioso ed esilarante. Si vede che mi è piaciuto? Conto di farlo vedere ai miei amici: sono sicura che si divertiranno troppo.