Grandissimo film che ci regala uno splendido Moretti,soprattutto per quanto riguarda la sua interpretazione. Scosso, dubbioso, critico, perplesso,scettico,pessimista,realista,nervoso,impaurito: Moretti e il suo prete sono una cosa sola,sì chi meglio di lui poteva interpretare questo personaggio che tenta di migliorare le cose,ma finisce per cozzare inerme contro tutti i problemi della società? Moretti, nonostante i suoi ideali di sinistra, interpreta magistralmente questo prete umano,che alla fine deve arrendersi,perchè per lui è tutto troppo, tutti si aspettano che egli sia in grado di fornire loro una soluzione ai problemi,ma lui non è il Messia e non ha la bacchetta magica e così esce violentemente dalla figura del prete: questi dovrebbe essere supportato dalla fede, Moretti invece non ce la fa,e come un comune mortale impazzisce,piange, vuole fuggire dalla città piena di falsità, di vizi, di problemi familiari. Peccato che il successo,la consacrazione internazionale,siano venute con un film ("La stanza del figlio") che risulta di spessore nettamente inferiore a questo capolavoro.
"La messa è finita":questo e' il titolo del miglior film(secondo il mio parere)di Nanni Moretti e questa e' la frase che racchiude tutto il significato dell'opera. Don Giulio-Michele Apicella rappresenta nella sua solitudine di prete e nelle sue idee il fallimento dell'uomo nella sua voglia ossessionata di far del bene.Vediamo il parroco nel malinconico affronto con la realta' della sua nuova parrocchia(rappresentante della societa' in cui viviamo):la propia famiglia che si sgretola e muore(il padre che scappa, la sorella che vuole abortire e lascia il suo ragazzo, la madre suicida); gli amici cambiati nei loro aspetti e x lo + falliti in ogni loro scopo(Messeri ucciso dalla solitudine e dalla accidia e' il ritratto di un uomo distrutto e oppresso dalla propia vita);il vecchio prete con la sua nuova famiglia.Don Giulio nn accetta la sua impotenza davanti a questi problemi e cerca di mascherarla con aiuti inutili e insignificanti fino a arrivare alla rassegnazione e alla fuga in un paese sperduto.Moretti riprende le propie ossessioni manifestate nel precedente"Bianca" e le porta dal grottesco al drammatico,riuscendo a coinvolgere lo spettatore e a farlo commuovere nella predica finale.L'impotenza dell'uomo e la sua fragilita' di fronte al fallimento della societa'. INDIMENTICABILE!
Uno dei film più austeri e scomodi del cinema italiano anni '80. Viene la malinconia a pensare al Moretti di oggi, incravattato vincitore a Cannes di un'immeritata Palma d'Oro per un'opera che rinnega quell'audacia che in opere come La messa é finita era così vigorosa e intelligente. La storia di Don Giulio, pretino di periferia che non riesce a ristabilire la pace e l'armonia nella sua comunità ha segnato indelebilmente il cinema nostrano nel buio panorama di quegli anni. Musiche di Nicola Piovani. Molti i non-attori e gli amici coinvolti nel progetto. Due citazioni da Kubrick: Shining (Moretti che fa rimbalzare una pallina in casa come Nicholson nell'OverLook Hotel) e Arancia Meccanica (i mafiosi che immergono ripetutamente Moretti nella fontana come i drughi durante il pestaggio di Alex nella seconda parte del film).