A prescindere che il film è stato ricostruito in modo perfetto e tutto si lega armonicamente, la recitazione compresa, finalmente un film che inizia dalla fine e finisce dall'inizio rappresentato mille e più volte. mi ricorda batman begins : anche lui inizia dalla fine e dinisce dall'inizio.
dieci.
Il film ha l'originalità di raccontare la nascita del mito di Robin Hood. Il taglio è quello storico con una ricerca accurata dei dettagli. A tratti lento e "accartocciato" su sè stesso. Gli ultimi 20 minuti valgono tutto il film, ma prima ci sono 2 ore di visione che non sempre riescono a catturare l'attenzione dello spettatore. Di ritorno da 10 anni di crociata in cui Robin Longstride ha perso sia Dio che la Fede, gli viene offerta l'occasione per riscattarsi. Ma il destino o Dio o entrambi lo metteranno nuovamente alla prova facendo nascere il mito di Robin Hood. E' un robin Hood inedito: un 40enne introspettivo che venuto a conoscenza delle sue origini calca le orme del padre in un'epoca in cui parlare di libertà individuali significava perdere la testa. Bellissimo il messaggio. Bravissimi gli attori (su tutti Max Von Sidow). Ma la storia a tratti arranca
Mi aspettavo l'ennesima "minestra riscaldata" sul mito di Robin Hood e invece ho gustato un film diverso e piacevole, che non mi ha delusa.
La mano del regista è chiaramente riconoscibile e il film è certamente valido.
Anche se non posso definirlo un capolavoro, vi consiglio di guardarlo e gli assegno un buon 8.
Un pò prolisso questo film di R. Scott. Nulla da eccepire sugli attori, ma l'intreccio del film mi è parso troppo poco coinvolgente rispetto ai precedenti cinematografici: la vera pecca è costituita da un soggetto interessante per certi versi, ma eccessivamente altalenante da altri punti di vista. Più che ad una pellicola con sequenze eccitanti intervallate da occasionali cadute di tono, mi è sembrato di assistere ad un film (per lo più) noioso, con qualche raro innalzamento del pathos. Spiace dirlo, ma un piccolo taglio (almeno venti se non trenta minuti) avrebbe sicuramente giovato all'economia (sicuramente commerciale, se non addirittura artistica) del film e l'avrebbe reso più compatto, anche se meno monumentale (obiettivo che comunque il buon Ridley non sembra essere ugualmente riuscito a conseguire).
L'idea di base è simile a quella che animava il "King Arthur" con C. Owen: creare un personaggio credibile, sia dal punto di vista storico, che da quello romanzesco. La cosa sembra riuscita solamente a metà: ho trovato un pò maldestro il tentativo di ricollegare la stesura di quella che (presumibilmente) sarà la "Magna Charta" con l'opera filosofica del padre di Robin Hood, e addirittura spassoso lo psicodramma pseudofreudiano da "Esercito delle 12 scimmie" (dei poveri) inscenato da Max Von Sydow con Russell Crowe per ricordare la morte del padre di Robin.
In conclusione, un'opera nè troppo impegnata nè troppo banale, e forse non riuscita proprio a causa di questo suo continuo barcamenarsi tra questi due estremi.