Mi spiace che il voto sia così basso; è un film godibilissimo un pò diverso dai soliti e dagli altri "Salvatores". Io ho trascorso un'ora e mezzo leggerissima e mi è dispiaciutoi quando è finito. Un cast di attori bravissimi in particolare (anche perchè è quello che conoscevo meno) Fabio De Luigi
Happy Family è secondo me il gioiellino modernista di un orafo settentrionale, le Mine vaganti il monile barocco di un orefice mediterraneo. E il gioco potrebbe continuare, data la pioggia di famiglie di cui gronda il nostro cinema. Ma il film in questione, come molte creazioni di Salvatores, è interessante anzitutto per il solito tentativo dell’autore di coniugare i media odierni, recenti e nuovissimi, in tutte le salse (vedi Nirvana e Quo vadis baby?), mettendoli in relazione, senza dimenticare cultura letteraria e teatrale. Così, in quel modo intelligente e freddino tanto milanese e rilassato, Salvatores ci regala una commedia dove musica, teatro, cinema e cartoons al computer si mescolano con un tocco ora pop ora colto. Da Pirandello a Keaton, da Allen a Fellini, dal Notturno n. 20 di Chopin a Simon e Garfunkel, tutto convive e si mescola. Il racconto si dipana facendo divertire lo spettatore con il garbo della sceneggiatura e delle battute, il ritmo prezioso del montaggio di Massimo Fiocchi, la bella fotografia di Italo Petriccione. Al centro della narrazione, che non casualmente si apre e si chiude con un sipario e si divide in tre quadri tipo cinema muto, lo sceneggiatore Ezio, che vive di rendita, abita in un loft dove ogni oggetto rimanda a una cultura anni ’60 e che sta mettendo in scena una sua invenzione. In essa due famiglie s’incontrano per una cena durante la quale due ragazzi sedicenni vogliono annunciare la loro decisione di sposarsi. Ma nel gruppo si troverà ad entrare anche l’autore, finito tra i suoi personaggi per via di un incidente che lo catapulta sulla scena. Delle due famiglie, una di classe media e l’altra decisamente benestante, la prima è formata da genitori, due figli e una nonna che veleggia verso la demenza senile, l’altra da padre, madre e una figlia supermoderna. Lo scrittore Ezio, ultimo entrato, non avrà occhi a tavola che per Caterina, la figlia più grande della famiglia ricca. Intanto la conoscenza tra le donne e gli uomini fa nascere nuove relazioni; i ragazzi invece capiscono che non è il caso di sposarsi. Ezio, che scriveva per non innamorarsi nella realtà, scopre di essere cotto della giovane appena conosciuta, ma un minuto prima di baciarla decide di uscire dal film, lasciandolo aperto e irrisolto e provocando la ribellione dei suoi personaggi che, pirandellianamente, vogliono invece sapere come andrà a finire per ciascuno di loro. Le ultime sequenze, tra le migliori del film, presentano un brano che ricorda molto la Manhattan di Allen, una carrellata in bianco e nero su una Milano affascinante, notturna e bagnata. E il giorno dopo… qui ci fermiamo prima che il sipario si chiuda. Tra gli interpreti, tutti bravi per sfumature come valore aggiunto alle prestazioni precedenti, spicca la prova di Fabrizio Bentivoglio che, abbandonata l’esagerata caratterizzazione di altri personaggi, regala allo spettatore misura e ironia, saggezza e frustrazioni in un mix da non dimenticare.
'La vita nn ha trama, meglio leggere un romanzo o vedere un film' dice ad un certo punto lo scrittore
Ma poi il romanzo diventa realtà, e lui incontra il suo personaggio proprio nell'appartamento accanto al suo!
Film dal costrutto originale. Direi bello
Un film che vorrei rivedere volentieri!
Un grande regista , che spesso esce dai soliti schemi e che spesso riesce a dar vita a qualcosa di estremamente gradevole.
Do anch' io un 10 , per risollevare la media, abbattuta probabilmente da quelle stesse persone, che hanno fatto arricchire i produttori
di cinepanettoni !
Lo paragono ad un qualsiasi spot televisivo alla TV con qualche accenno a buona musica,la differenza che lo spot dura qualche minuto e il piu delle volte mi irrita questo dura 60 minuti.