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Il figlio più piccolo

Opinioni presenti: 9
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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(6/10) Voto 6di 10

Si poteva fare di piu un occasione persa x il cinema italiano,,peccato



stefano, 28 anni, taranto (TA).




il compitino di Pupi Avati

(6/10) Voto 6di 10

a volte Pupi Avati mi regala delle pellicole davvero sublimi, quindi quando ne ho l'occasione guardo volentieri i suoi film. Questa volta il miracolo non riesce il film strappa la suff a fatica. Presenti i soliti personaggi...diversi...protagonisti nella vita, ma il filom secondo me non riesce a sfondare pienamente nei punti che voleva toccare Avati. Buona l'interpretazione di De Sica secondo me, ma altre figure (troppe) non comunicano nulla, sono insipide. Un 6 striminzito.



Tuzzo, 43 anni, Codigoro (FE).




no comment

(2/10) Voto 2di 10

il cast prometteva bene...de sica, zingaretti, morante..una totale delusione. se potete evitare non vi perdete nulla..avrete sicuramente di meglio da vedere...e oltretutto è pure triste!



Federica, 29 anni, Cesena (FO).




Tristino

(7/10) Voto 7di 10

Scusate ma dove lo vedete questo lieto fine? Per me il film è decisamente drammatico ed il finale è abbastanza triste. Vedere un uomo disonesto dalla testa ai piedi fallire e vedere parte della propria famiglia (moglie e figlio piccolo)continuare a credere in lui nonostante tutto, è decisamente triste.



Giovanni, 52 anni, Salerno (SA).




Una pagina del libro Italia

(9/10) Voto 9di 10

Fermandomi qualche giorno addietro un amico in un bar mi disse: "cosa vuoi che faccia un regista da una cinepresa nel descrivere una realtà politica e sociale imperante? non mica è tutto credibile?" Ho riflettuto parecchio su questa considerazione e devo dire che Avati ha sciolto ogni margine di dubbio dimostrando come una storia, un racconto possa dar luce ad una vicenda e svelanre i contorni anche con pochi aneddoti. Nuovamente il grande regista bolognese ha colpito e in particolar modo è riuscito ad entrare nello spaccato della quotidianità di una parte di 'species' all'italiana, narrando le vicende di un personaggio discusso e discutibile che, facendo il 'bello ed il cattivo tempo', come si dice in gergo, ottiene fortuna e denaro. La semina poco lecita però non fa raccogliere i frutti sperati e suggella non altro che l'ingresso sulla scena dell'ingenuo di turno (un classico del cinema Avatiano), il figlio piu piccolo, abbandonato da tempo insieme alla madre ed al fratello. Costui spera di poter cogliere nell'avvicinamento del padre la trasformazione della propria vita. In realtà accade proprio tutto il contrario... Contrariamente alle opinioni sentite sul film in questi giorni, ritengo che non esiste alcuna forma di buonismo nel film. Vero è che Luciano, assolutamente sconfitto dalle sue mille peripezie, rientra a casa e vi torna trionfalmente. Tuttavia cosi come il protagonista, cosi come la classe politica del nostro paese,cosi come il male ieri, oggi e domani, l'impresa un giorno ripartirà: germoglia e ricresce sempre e non cesserà mai. In una trama stilisticamente ordinata e nel quadro di una scenografia di spessore ben coordinata alla narrazione cosi come le musiche (greande ritz ortolani), si evidenza la enorme bravura del regista nel far ruotare e muovere gli attori come in una regale danza. Merita dunque un forte apprezzamento l'interpretazione di tutti, ed in particolare dell'Ottimo Zingaretti, ormai certamente uno degli attori più versatili del nostro cinema. Che dire poi di De Sica, bravo e finalmente in grado di scommettere su se stesso per provare a cambiare.. chissa che non sia la volta buona. Film pregevole e sincero. Una pagina del libro Italia, coi suoi costumi ed i suoi vizi.



Sebastiano, 27 anni, Acicastello (CT).





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