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La Principessa e il Ranocchio

Opinioni presenti: 28
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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Film per tutti, va ricordato

(10/10) Voto 10di 10

Favola classica in musica con la garanzia disney pictures. opera per famiglie, secondo il gusto tradizionale disneyano, con tanto di principi e principesse, animali antropomorfi, belle musiche e, come spesso accade, pochi sketch divertenti. il migliore scaturisce dall'isolata comparsa di tre zotici campagnoli mangiaranocchie. motivo caratterizzante della storia è il contrasto fra i sogni e le reali necessità della vita. l'indecisione della bella tiana tra quello che pensa di volere e ciò di cui poi scoprirà d'avere veramente bisogno. il raggiungimento della felicità e le aspirazioni personali spesso differiscono, così come evidenzia la canzone di coda never knew i needed di ne-yo. fra i personaggi si distaccano la vecchia mama odie e il cattivo dr. facilier. l’uomo ombra, doppiato dal bravo luca “brosnan” “crowe” ward, risulta interessante pure dal punto di vista grafico, grazie anche al suo corpo affusolato. in quanto abile stregone diventa artefice, mediante un sortilegio voodoo, della rottura della situazione iniziale e in seguito vittima obbligata delle anime dell’aldilà da lui stesso invocate. in una vicenda scandita da una piacevole musica jazz, esemplificata dal coccodrillo louis e dalla sua passione degna del grande omonimo armstrong, si segnala un eccesso di musical. a volte questi inserti paiono frammentare troppo lo sviluppo della narrazione. degni di nota, considerandoli come connubio di suoni e immagini, però i due momenti musicali dell’uomo ombra e lo stacco che introduce il sogno di tiana per il quale si assiste ad un cambio di stile d’animazione che omaggia in modo esplicito, anche cromaticamente, la upa, antico modello d’innovazione in contrasto con la tondeggiante e pulita grafica disneyana. insomma un buon film per tutti, in 2-d, che volge lo sguardo al passato, secondo l’intenzione dei due registi ron clements e john musker, a cui si devono moderni classici come "la sirenetta" e "aladdin".



Michele, 26 anni, Veroli (FR).




Bentornati nel mondo dei sogni

(10/10) Voto 10di 10

Dopo la sperimentazione che va dal digitale, intrapreso quindici anni or sono con "Toy Story", al film vero e proprio che vede sulla scena il conturbante fenomeno "High School Musical" e l’esilarante "Pirati dei Carabi", fino al 3D con "A Christmas Carol", la Walt Disney torna alla purezza, alla linearità e maestria degli inizi con il cartone animato. Un’incantevole, pura, deliziosa fiaba del Novecento, con un’intraprendente “principessa” afroamericana, un bel principe diseredato, un astuto e miserabile “cattivo” di strada e un troppo stereotipato, ma accurato nella scelta di inserimento, jazz alla colonna sonora. New Orleans, mezzaluna della Louisiana, è la sede scelta come sfondo del ritorno alla vecchia maniera, quella più congeniale, che ha fatto sognare e innamorare bimbi e grandi per più di un decennio. Non certo al livello di un capolavoro del cinema quale "Il Re Leone", ma forse ben oltre "Oliver & Company" o "Robin Hood", "La Principessa e il Ranocchio" si presenta come una moderna fiaba a lieto fine, intrisa di magia “spiegabile”, dai personaggi più profondi, dall’indole più adulta, più emancipata. Tiana la cameriera sogna di aprire un ristorante, lavora duramente, risparmia ogni giorno. Orgogliosa e determinata, la moderna principessa non sogna il principe azzurro, ma il successo. C’è poi il principe, belloccio e scapestrato, che a causa della bella vita, fatta di musica e donne, viene buttato fuori di casa dalla reale famiglia. Un incantesimo, un rito voodoo, trasforma il principe tutt’altro che eroico in un ranocchio che, quando bacia la presunta principessa, trasforma anch’essa in rana. Insieme a divertenti abitanti della palude, “infantili” desideri espressi a una stella, tra motivetti e coreografie visionarie, avventure palustri, ranocchio e ranocchia finiranno con l’innamorarsi, il primo sistemando la testa, in un galante proposito di sposare una ricca e strampalata ragazza viziata al fine di comprare l’agognato ristorante della sua Tiana, la seconda imparando che, senza l’amore, il suo sogno sarebbe mutilato. Delicato, innocente e dolcemente incisivo, come solo la Disney sa fare, "La Principessa e il Ranocchio" conserva immortali e immancabili tratti di fiaba, conditi con valori moderni e più complessi. Innovazione senza mancanza di tradizione, quindi, un connubio ideale, realizzato così facilmente, senza bisogno di sconfinate sperimentazioni.



Davide, 18 anni, Reggio Calabria.




Da vedere

(9/10) Voto 9di 10

Mi è piaciuto molto, anche il concetto di "morte", spesso relegato ai "cattivi", come "punizione", mentre stavolta accade anche a un buono, Ray la lucciola, forse primo caso nella storia Disney. Anche la trasposizione italiana delle canzoni mi è sembrata ottima, sia come testi che come avvicinamento al labiale del cartone. Il ritorno al disegno poi mi è sembrata, a un nostalgico come me, una bella idea, che non ha tolto nulla alla spettacolarità del film



Patrick, 36 anni, Roma (RM).




insomma...

(2/10) Voto 2di 10

Bellino, ma ho l'impressione che sìa la solita storia collaudata disney. la trama è esile, i personaggi sono sempre gli stessi riciclati negli anni: il/la protagonista bello/a buono/a e bravo/a che più di così non si può, il personaggio furbo e menefreghista che poi si redime, il cattivo che più cattivo non si può e che alla fine la paga, il gregario grande grosso e bonaccione, il personaggio-macchietta per dare umorismo e tante (troppe) canzoni messe sebra con l'intensione di riempire la bobina e nient'altro. il film è bello per i piccoli, ma ho l'impressione che la disney abbia scelto la strada dei film-format, della formula sicura e che non abbia voglia di osare e rischiare come ormai fanno sempre quelli della pixar. tutto quà. film cmq discreto per stare in famiglia. sufficienza risicata.



Volpe, 35 anni, Ferrara (FE).




Ottimo!

(10/10) Voto 10di 10

Il film mi è piaciuto molto all'inizio perchè racconta una bella storia, però non mi è piaciuta l'ombra nera: l'uomo cattivo. Il finale mi è piaciuto un sacco, soprattutto perchè c'era una bellissima canzone.



Davide Granato, 7 anni, Como (CO).





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