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La Principessa e il Ranocchio

Opinioni presenti: 28
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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Quant'è bella la Disney vecchia maniera

(10/10) Voto 10di 10

La Walt Disney torna al passato coi vecchi ma sempre straordinari disegni manuali. Nei titoli di coda si vede che per ogni personaggio ci sono dai 3 ai 7 disegnatori dietro. Troviamo un mix di vecchi amici, per gli amanti della Disney. Abbiamo: il jazz degli "Aristogatti" che trascina tutto; un cattivo molto somigliante al Jafar di "Aladdin"; una passione per la cucina che ricorda "Ratatouille"; un coccodrillo che ricorda "Bianca e Bernie"; una principessa che ricorda un pò Belle; un'amica che ricorda "Cenerentola"; un servo che ricorda il padre del Principe Filippo della Bella addormentata e via dicendo. Però la storia è gradevole, la musica trascinante, il lieto fine abbastanza moderno (lei non va a fare l'inutile Principessa ma si realizza professionalmente). Walt Disney vecchio stile. Non perde mai fascino ed eleganza.



Gregorio, 20 anni, Cagliari.




Non è il solito classico!!Lasseter Presidente Disney!!!!!!!!!!

(10/10) Voto 10di 10

Proprio lui john lasseter quello che ha portato l'animazione 3d ha deciso da presidente della walt disney animations studios di tornare al 2d!!!!!una scommessa persa al box office (anche se ha chiuso a 400 milioni d'euro) ma vinta in qualità.lasseter non è nuovo al 2d è stato produttore di red e toby nemici-amici (pellicola accusata di essere omosessuale) e con il canto di natale di topolino.qui nella veste di produttore ha portato nei classici tutto l'anticonformismo e la politica di casa pixar.intanto la storia è nell'era moderna e siamo lontani dal mondo fantastico disney, qui il mondo è reale; la new orleans del scorso secolo con i bianchi che avevano tutto mentre i neri che non riuscivano a realizzare i loro sogni,come tania che non riesce a comprare il locale perchè di colore e solo alla fine riesce a comprarlo,l'amica di tania che pensa che con i soldi compra tutto anche l'amore,il principe azzurro non è per niente azzurro anzi qui non è nemmeno un eroe, si perchè la eroina è tania una svolta femminista in casa disney, tornando al principe è il primo principe povero senza un euro costretto a lavorare.il cattivo è un cartomante che legge le carte e parla con le anime dei morti,della serie vai a fidarti dei cartomanti!!!tolta la parte attuale,si passa a quella fiabesca e qui sempre la svolta pixariana (vista in come d'incanto) la fa da padrona, insomma non tutto va come dovrebbe andare.....passiamo alla parte musicale ottima con canzoni a ritmo di jazz che però non annoiano e non sono di lunga durata.tra le scene bellissime beh lo sguardo di tania che guarda incantata le case dei ricchi per poi passare alla dura realtà le catapecchie dei poveri della sua gente, la morte di ray tristissima ma con la morale che la vita vada avanti (vista in up) e ray poi ha raggiunto la sua amata eveline etutti sono felici perchèera quello che voleva!!!lo scontro finale al cimitero ommaggio a sergio leone e i demoni della morte che non sono così paurosi come hanno descritto alcuni utenti!!!passiamo al doppiaggio grandissimo sergio cammeriere "situations" come responsabile ditutte le canzoni,brava karima,il sempreverde luca ward (se non fa il cattivo non è lui), pino insegno non si discute in un ruolo che gli stà a pennello, ma la lode va a luca laurenti irriconoscibile nella voce di ray, migliora sempre di più, capace di cambiare voce continuamente per identificarsi nel personaggio.insomma questo è un film da vedere da conservare da rivedere. da riflettere e da sognare!!!!complimenti disney e continua così compagno john lasseter!!!!!! ps. ma alla disney hanno perso tutti il padre???



Matteo, 29 anni, Verona.




Film per tutti, va ricordato

(10/10) Voto 10di 10

Favola classica in musica con la garanzia disney pictures. opera per famiglie, secondo il gusto tradizionale disneyano, con tanto di principi e principesse, animali antropomorfi, belle musiche e, come spesso accade, pochi sketch divertenti. il migliore scaturisce dall'isolata comparsa di tre zotici campagnoli mangiaranocchie. motivo caratterizzante della storia è il contrasto fra i sogni e le reali necessità della vita. l'indecisione della bella tiana tra quello che pensa di volere e ciò di cui poi scoprirà d'avere veramente bisogno. il raggiungimento della felicità e le aspirazioni personali spesso differiscono, così come evidenzia la canzone di coda never knew i needed di ne-yo. fra i personaggi si distaccano la vecchia mama odie e il cattivo dr. facilier. l’uomo ombra, doppiato dal bravo luca “brosnan” “crowe” ward, risulta interessante pure dal punto di vista grafico, grazie anche al suo corpo affusolato. in quanto abile stregone diventa artefice, mediante un sortilegio voodoo, della rottura della situazione iniziale e in seguito vittima obbligata delle anime dell’aldilà da lui stesso invocate. in una vicenda scandita da una piacevole musica jazz, esemplificata dal coccodrillo louis e dalla sua passione degna del grande omonimo armstrong, si segnala un eccesso di musical. a volte questi inserti paiono frammentare troppo lo sviluppo della narrazione. degni di nota, considerandoli come connubio di suoni e immagini, però i due momenti musicali dell’uomo ombra e lo stacco che introduce il sogno di tiana per il quale si assiste ad un cambio di stile d’animazione che omaggia in modo esplicito, anche cromaticamente, la upa, antico modello d’innovazione in contrasto con la tondeggiante e pulita grafica disneyana. insomma un buon film per tutti, in 2-d, che volge lo sguardo al passato, secondo l’intenzione dei due registi ron clements e john musker, a cui si devono moderni classici come "la sirenetta" e "aladdin".



Michele, 26 anni, Veroli (FR).




Bentornati nel mondo dei sogni

(10/10) Voto 10di 10

Dopo la sperimentazione che va dal digitale, intrapreso quindici anni or sono con "Toy Story", al film vero e proprio che vede sulla scena il conturbante fenomeno "High School Musical" e l’esilarante "Pirati dei Carabi", fino al 3D con "A Christmas Carol", la Walt Disney torna alla purezza, alla linearità e maestria degli inizi con il cartone animato. Un’incantevole, pura, deliziosa fiaba del Novecento, con un’intraprendente “principessa” afroamericana, un bel principe diseredato, un astuto e miserabile “cattivo” di strada e un troppo stereotipato, ma accurato nella scelta di inserimento, jazz alla colonna sonora. New Orleans, mezzaluna della Louisiana, è la sede scelta come sfondo del ritorno alla vecchia maniera, quella più congeniale, che ha fatto sognare e innamorare bimbi e grandi per più di un decennio. Non certo al livello di un capolavoro del cinema quale "Il Re Leone", ma forse ben oltre "Oliver & Company" o "Robin Hood", "La Principessa e il Ranocchio" si presenta come una moderna fiaba a lieto fine, intrisa di magia “spiegabile”, dai personaggi più profondi, dall’indole più adulta, più emancipata. Tiana la cameriera sogna di aprire un ristorante, lavora duramente, risparmia ogni giorno. Orgogliosa e determinata, la moderna principessa non sogna il principe azzurro, ma il successo. C’è poi il principe, belloccio e scapestrato, che a causa della bella vita, fatta di musica e donne, viene buttato fuori di casa dalla reale famiglia. Un incantesimo, un rito voodoo, trasforma il principe tutt’altro che eroico in un ranocchio che, quando bacia la presunta principessa, trasforma anch’essa in rana. Insieme a divertenti abitanti della palude, “infantili” desideri espressi a una stella, tra motivetti e coreografie visionarie, avventure palustri, ranocchio e ranocchia finiranno con l’innamorarsi, il primo sistemando la testa, in un galante proposito di sposare una ricca e strampalata ragazza viziata al fine di comprare l’agognato ristorante della sua Tiana, la seconda imparando che, senza l’amore, il suo sogno sarebbe mutilato. Delicato, innocente e dolcemente incisivo, come solo la Disney sa fare, "La Principessa e il Ranocchio" conserva immortali e immancabili tratti di fiaba, conditi con valori moderni e più complessi. Innovazione senza mancanza di tradizione, quindi, un connubio ideale, realizzato così facilmente, senza bisogno di sconfinate sperimentazioni.



Davide, 18 anni, Reggio Calabria.




Ottimo!

(10/10) Voto 10di 10

Il film mi è piaciuto molto all'inizio perchè racconta una bella storia, però non mi è piaciuta l'ombra nera: l'uomo cattivo. Il finale mi è piaciuto un sacco, soprattutto perchè c'era una bellissima canzone.



Davide Granato, 7 anni, Como (CO).





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