La Pixar raggiunge a testa alta il traguardo del decimo lavoro. La divertente storia di un vecchietto che non si rassegna all'età, ma bensì approfitta della sua tranquillità per cominciare un'avventura che da tempo voleva affrontare con l'ormai defunta moglie in compagnia di un simpatico bambino.
Ancora un'film visto in televisione, purtroppo, non al cinema come avrebbe meritato. All'inizio mi sembrava un tentativo di imitare la magia di Chaplin. Ed era facile cadere in tutti gli stereotipi del caso, dall'ottimismo a oltranza dopo i lutti, al pessimismo a oltranza nella stessa situazione, senza contare le banalità del "caso" sull'adulto che "cammina al passo di un bambino"(In questo caso, e non solo, nonè blasfemo citare il grande (Siamo sicurissimi?) Truffaut per un cartone animato. L'unica trappola in cui (Parzialmente) cade "Up" è quella di non risparmiarci il cattivo di turno, e qualche personaggio che strizza l'occhio ad un pubblico infantile. Ma si tratta pur sempre di un cartone animato, e poi non mi vergogno a dire che trovo molto commovente la scena in cui lo struzzo viene (Momentaneamente) abbandonato; meno riuscito, semmai, il personaggio del cane. In questa (dello struzzo) ed altre scene, "Up" ci obbliga dolcemente a riflettere. Sulla solitudine (Del bambino e dell'anziano, che attraversano due fasi diverse della propria vita ma in fondo provano lo stesso sentimento): quest'ultimo, nel caso dell'anziano, viene peraltro esplorato con intelligenza senza "pesanti" accentuazioni. Come "testimoniano" i palloncini, "Up" in fondo ha la leggerezza di un grande quadro, un poco sbiadito per qualche spunto bambinesco -L'ho già detto- ma che con poche, chiare immagini e parole ti suggerisce i concetti cui ho già accennato(Il lutto, la solitudine), ma anche altri, come il distacco dalle cose materiali(Quando al bambino si risponde: "Era solo una casa", anche se non manca un pizzico di retorica sullo "Spirito" più importante della "Materia"). La colonna sonora, costruita molto bene, efficace senza essere mai ridondante, si nutre e al tempo stesso nutre lo spirito del film. Terminato il viaggio (in tutti i sensi), l'anziano rinuncia ail proposito dell'isolamento in cui si era autorifugiato dopo avere picchiato l'agente (Altra scena eccellente, o quasi, nulla da invidiare a tanto cinema "Adulto"), e ricomincia la sua vita in mezzo agli altri: il bambino ha raggiunto il suo scopo, gli ha impedito di rifugiarsi in una dimensione da "palloncini" sottraendosi alla realtà. Ma anche qui, tanto per cambiare, "Up" evita qualsiasi retorica.
Sono perfettamente d'accordo con la recensione "ufficiale" di Donata Ferrario. I nostri figli crescono, assumono valori sempre più profondi ed il capolavoro della Pixar/Disney é riusciuto forse come non mai prima, ad ottenere il giusto mix di valori come l’amicizia, la solidarietà, la comprensione reciproca, etc... E' un film raffinato, delicato e che sprigiona fortissime emozioni nei momenti in cui meeno te li aspetti. Mai scontato insomma. Da vedere e rivedere...