Marco Bellocchio è sicuramente uno di quei pochi registi in Italia che riesce a far rivivere nell’animo dello spettatore periodi ormai lontani . Con l’eleganza, ormai tipica di Marco Bellocchio, la storia inquadra molto da vicino il personaggio di Mussolini e le vicende che hanno accompagnato una parte della sua vita.
Ottima la scenografia . Ho solo una domanda da fare al regista Marco Bellocchio : Ma una scena del film è stata girata in via Zambrini a Milano ?
Marco Zambrini , Lecce
Nono sono rimasto colpito, vinto da questo film...o almeno in minima parte, quanto basta per dargli la sufficienza. Sequenze inutili che costituiscono una buona ora di film, per poi lasciare spazio alla vera storia di Ida Dalser, E NON DI BENITO ANDREA AMILCARE MUSSOLINI!! Sinceramente di sentir parlare di lui non se ne poteva, non se ne può, e non se ne dovra più sentir parlarne, soprattutto in vista dei 150 d'Italia. Una storia commovente e drammatica, vorrei fermarmi qui ma non posso...anche tragica, perchè sia madre che figlio poi muiono pochi giorni prima della caduta del duce, e quindi molto giovani. Una storia che meritava una trasposizione cinematografica si, ma magari un po fatta meglio! Resta il dubbio su come abbia fatto a spopolare questo film in America...evidentemente gli americani, ma gli stranieri in generale, trovano molto gusto a guardare i film che evidenziano gli aspetti più brutti di una nazione, di un popolo come quello italiano. Concludo con una buona parola a favore dell'Istituto Luce, che con i suoi filmati salva Marco Bellocchio. L'unica cosa buona creata da Mussolini, come del resto di molte altre che avrebbe potuto fare avendo dei buoni ideali inizialmente e con un potenziale ottimo da critico, giornalista, agitatore e politico, ma che poi, come ancora oggi accade, è finito per bruciare dinnanzi al potere e al denaro........................
Questo film ricostruisce la figura di Mussolini da un ulteriore punto di vista, sicuramente psicologico, per niente politicamente fazioso, per quanto il personaggio in questione non potrà mai essere completamente separato dal pensiero politico e dal partito da lui creati. Purtroppo resta il segno di un regista che (come gli è usuale) abbonda in scene di sesso gratuite; e forse neanche tanto gratuite perché il "pelo" della Mezzogiorno evidentemente "tira"... Ma il flop è nella seconda parte, dove al racconto realista storico/psicologico si sostituisce il dramma manicomiale della sventurata, un lento (e quanto mai noiosissimo) viaggio fino alla agognata fine del film.
Dopo aver letto critiche lusinghiere, ho visto questo film, che mi sembra molto disomogeneo. La prima aprte sembra davvero un film porno, alternato con immagini che non aiutano a capire la trama. La seconda parte- dall'esilio presso la sorella alla fine- è più fluida: ci sono anche belle scene. Il dialogo con lo psichiatra, le donne aggrappate alle griglie dei finestroni..ma non basta qualche bella immagine per riscattare totalmente un film, e quindi il mio giudizio non arriva alla sufficienza.