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Questione di cuore

Opinioni presenti: 18
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Non mi ha convinto del tutto

(6/10) Voto 6di 10

Non sono d'accordo con le opinioni entusiastiche .Il film parte benissimo e la finezza psicologica nel delineare i caratteri e il lento avvicinarsi dei due protagonisti è veramente di grande levatura registica. Poi si perde piano piano,come se mancasse la capacita' di riempire la storia e allora ci sono ripetizioni ,troppe immagini in primo piano da cinema del silenzio troppi bozzetti fine a se stessi . E' mancata all'Archibugi la capacita' di portare lo spettatore all'acme dell'emozione. Il finale prevedibile non mi ha lasciato se non la sensazione che il film poteva essere fatto meglio con tempi piu' serrati con maggiore invenzione magari anche forzando il libro da cui è stato tratto. Albanese stesso si perde un poco e la sua recitazione splendida nella prima fase poi diventa un po' anonima . Comunque vale la pena solo per vederlo recitare.



Piero, 61 anni, Barzagli (MI).




Un titolo azzeccatissimo

(8/10) Voto 8di 10

E' il cuore che comanda, che stravolge le vite dei protagonisti; si può dire che tra i due ci sia stato un "amore a prima vista", sin dalla prima sera in ospedale, un'amicizia fatta di fiducia, come deve essere un'amicizia vera. Ottimi attori, una bella storia. Da vedere.



Graziano, 28 anni, Cassano d'Adda (MI).




quando il cuore porta all'ospedale

(7/10) Voto 7di 10

Francesca Archibugi sa trasmettere emozioni e lo fa con raffinatezza ed equilibrio, tra risvolti drammatici e tratti più leggeri. L’avevamo lasciata a Lezioni di volo e conosciuta con Mignon è partita e subito erano apparse chiare queste doti, nonché la capacità di dirigere con fermezza e sensibilità gli attori, senza deprimerne la personalità. Direi che la regista mette in campo nel suo mestiere doti tipiche del genere femminile che non escludono il positivo del maschile. Fino ad ora il tema preferito dall’autrice era stato quello del conflitto tra generazioni o dell’adolescenza che si misurava con la realtà. In quest’ultimo film ispirato a un romanzo omonimo, il tema è invece l’amicizia tra adulti (due uomini per la precisione) che forse non si sarebbero mai incontrati, dati i diversi mondi di provenienza, senza quella Questione di cuore… I due infatti si ritrovano vicini di letto in un ospedale romano perché entrambi colpiti da infarto. Di fronte alla paura e allo scampato rischio di morte diventano poco a poco amici. L’uno, Alberto (Albanese), è un borghese colto che di professione scrive sceneggiature: amaro e sarcastico, pronto a prendersi gioco del prossimo, vive un momento di impasse nella carriera e nei sentimenti. L’altro, Angelo (Rossi Stuart), è un proletario che si è fatto da sé, diventando titolare di una carrozzeria dove rimette a posto auto d’epoca. E’ dolce, legato alla famiglia, ha due figli e uno in viaggio. Ama la bella e sensuale moglie (la Ramazzotti), ma ha un suo concreto realismo negli affari. Ormai più forte delle differenze, dopo il dramma vissuto dai due uomini, è quello che li unisce, quel dipendere dai capricci del muscolo cardiaco, quel dovere riorganizzare ritmi e vita attorno a un’esperienza forte che muta i rapporti e le relazioni. A cambiare però è soprattutto l’esistenza di Alberto che va a vivere dall’amico, che impara di nuovo a guardare l’umanità con fantasia e un po’ d’amore nonché a prendersi cura di qualche altro diverso da sé. Il finale poi è insieme drammatico e paradossale, come solo la vita vera sa essere. Questi processi psicologici l’Archibugi li descrive con maestria, senza eccessive sbavature nel patetico, giocando soprattutto sui silenzi e gli sguardi nonché su una bella fotografia che esalta primi piani e mutevolezza dei volti. Direi che Albanese soprattutto, ma anche Rossi Stuart si confermano tra gli attori più dotati del nostro cinema. Qualche nota stonata c’è nel film, ad esempio trovo superflui alcuni personaggi minori oppure troppo colorite alcune scene del quartiere Pigneto, quello dove vive Alberto. Ma nel complesso l’Archibugi riesce a mettere in relazione con elegante naturalezza psicologie individuali e problemi legati ai grandi temi sociali di oggi. Essi entrano di striscio nel discorso e si riflettono con efficacia nei ruoli del singolo personaggio. Per concludere siamo di fronte per la sua introspezione delicata e profonda a un’opera tra le migliori della nostra produzione 2009.



Olga, 63 anni, Di comite (PG).




albanese e rossi stuart da oscar!

(8/10) Voto 8di 10

Questione di cuore tratto dal romanzo di Umberto Contarello parla di Alberto ed Angelo due uomini completamente diversi,che in una notte come tante altre entrabi anno un infarto.Si troveranno a dividere la stessa sala di rianimazione,e da li nascera un amicizia che cambierà le loro rispettive vite.Francesca Archibugi nel suo ultimo film ci colpisce al cuore grazie soprattuto al duetto di attori,Antonio Albanese (gia nel recente giorni e nuvole avveva fatto notare la sua bravura) Kim Rossi Stuart che insieme ci commuovono e ci fanno ridere senza farci dimenticare il senso della vita e delle relazioni umane .Da notare anche i fantastici camei, vedi Carlo Verdone nella parte di lui stesso a l ospedale,è qualcuno notera anche ,Paolo Sorrentino,Paolo Virzi è Stefania Sandrelli.Complimenti bel film veramente!



Fabio, 22 anni, Ferrara (FE).




bel film italiano

(8/10) Voto 8di 10

complimenti all'Archibugi per questo film, l'ho visto per caso e mi è rimasto nel cuore. il personaggio di albanese è strampalato ma profondamente intelligente e solo lui poteva dare tutte quelle sfumature di colore che lo rendono unico. intelligente, colto, calmo e ironico. kim rossi stuart è ben lontano dall'immagine del bellone con la quale ha iniziato la sua carriera, in questo film è così debole, malato e sofferente che verrebbe voglia di sorreggerlo e asciugargli le lacrime..una storia commovente, un'interpretazione che tocca le corde del cuore. bravi tutti.



isabella, 34 anni, fidenza.





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