Questa è un'opera di profondo spessore contenutistico.
Dal punto di vista morale, il tema centrale è quello della denuncia: bisogna tradire un amico quando si rivela un criminale?
Sulle note dell'indimenticabile colonna sonora suonata dalla cetra di Anton Karas, Orson Welles offre un'interpretazione eccellente nel ruolo del perfido criminale.
Un piccolo cult, il cui motivo musicale conduttore é divenuto celeberrimo. Sembra più un film di Orson Welles (di nuovo nei panni di un personaggio 'bigger than life', Harry Lime) che di Carol Reed: infatti durante il corso delle riprese Welles non si limitò a recitare, ma più volte mise anche il naso dietro la macchina da presa per dire come secondo lui doveva essere girata una certa scena. E il taglio barocco di alcune inquadrature lo dimostra ampiamente. Memorabile la sequenza del Prater di Vienna, dialogo serrato tra i due antagonisti (Welles e Joseph Cotten). Se riuscite recuperatelo in dvd (é stato ripubblicato di recente nell'edizione restaurata con sottotitoli italiani).
Anche se questo film inizia a diventare un pò vecchiarello, non si potrà ma definirlo "datato"(che brutta parola, tra l'altro). Infatti il giallo di Carol Reed è sempre al passo con i tempi e per nulla noioso, anzi, man mano che la trama si infittisce e si scoprono diversi importanti particolari, diviene sempre più appassionante. Mi è piaciuto molto anche il leggero tono satirico, piuttosto che umoristico, che pervade tutto il film: la mancanza di scrupoli del cinico personaggio interpretato da Orson Welles, il protagonista che continua a sbagliare la pronuncia dei nomi inglesi e tedeschi, il convegno di letterati...Molto bella anche la colonna sonora ad arpa, ormai divenuta un classico