Pupi Avati ha rappresentato, bene, il peggio dell'Italia settentrionale, senza ponere una visione critica.
Il vuoto dei protagonisti, la loro perfidia, le invidie, gli scherzi fatti per fare il male al prossimo, l'esaltazione dei difetti altrui. Con un finale sorridente giusto per far finta che poi tutto va bene e si è tutti amici. Falsi e cortesi.
Andate in uno dei tanti bar avvolti dalla nebbia e troverete queste stesse situazioni. Preferirei suicidarmi che avere amici del genere.
Noioso, irritante, insulso. Avati non poteva puntare più basso proprio partendo dall'insignificante protagonista e da vicende " di vita da bar " inutili, inutili, e ancora inutili, considerando che Taddeo si muove nella piattissima sceneggiatura come un incrocio tra un fantasma (per gli altri protagonisti) e un robot ( è meccanico qualsiasi suo gesto, che sembra davvero forzato in tutto il film). Tedioso e stantio in ogni sfumatura (forse il risvolto appena più interessante è lo scherzo di San Remo).Mah...
premessa: la mia opinione sull'incredibile collezione di voti scarsi che noto ha preso questo film e anche il seguente (il figlio più piccolo): è l'indicatore della genialità di Pupi Avati, un regista per pochi... noto che gli si imputa di non parare a nulla, di non fare scelte nette, personaggi che non siano dichiaratemente bianchi-neri e rossi e qui si potrebbe indagare nella psicologia dell'italiano medio che guarda con diffidenza le scelte sfumate, chi non prende posizione ma esprime la propria poetica dopo aver "letto e poi bruciato tutti i libri sulla forma, il fine e i mezzi del raccontare". Gli amici del Bar Margherita è un piacere sconfinato, ho goduto di ogni minuto di questo ennesimo capolavoro del mio regista preferito, godo della soavità, del fanciullesco integrare con libertà le emozioni più discordanti, e qui Avati si esprime, dove altri grandi registi (ma a mio avviso, mai a al suo livello) agivano con forza in direzioni determinate, ebbene esprime il suo volo magico ora in una mitica Bologna degli anni Cinquanta riuscendo a suscitare (in chi come lui non ama gli schieramenti, le ideologie, le prese di posizione) deja-vu di caratteri e situazioni che, seppur stolide posizioni di comodo raziocinanti strillano di misoginia e antipatia, risultano famigliari: il riso mescolato al pianto, le miserie umane in tutto la loro splendida e divina comicità.
Non pensavo proprio che un film di Pupi Avati mi potesse deludere così tanto. Non vedevo l'ora che finisse tanto era insopportabilmente e incredibilmente noioso, insulso, sciocco e irritante.
Ma come si fa solo a pensare di avvicinarlo a " I vitelloni " o a " Amici miei "? Per carità, non sprecate un'ora e mezza con questo inutile film.