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Giulia non esce la sera

Opinioni presenti: 8
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Sempre più viva il cinema italiano!

(8/10) Voto 8di 10

Sarà che son di parte, ma questi sono i film che più mi piacciono. Mastrandrea sta diventando tra i miei attori preferiti, con quella sua aria tranquilla e pacata in ogni suo personaggio, e la Golino sempre brava e affascinante. Una storia romantica, intricata e molto difficile da vivere, quasi è difficile anche per lo spettatore.. Promosso!



Graziano, 26 anni, Cassano d'Adda (MI).




Un gran bel film

(8/10) Voto 8di 10

Per la prima volta in vita mia ho assistito ad una prima cinematografica alla presenza del regista: “Giulia non esce di sera” di Giuseppe Piccioni. Il film mi è piaciuto moltissimo, anche perché tutto il cast è straordinario (Valeria Golino su tutti, ma anche Mastrandrea, Sonia Bergamasco e il trio di adolescenti). Dico subito che non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze. “Giulia non esce di sera” non è il solito film minimalista sulla crisi della coppia, tradimento… separazione… e come facciamo per i figli? e sarebbe riduttivo leggerlo così (non a caso l’unica scena un po’ alla “Kramer contro Kramer” ) non parla di adulti, ma di ragazzini e l’oggetto del contendere è un cagnolino) ma è molto di più: è un viaggio nella fantasia creativa di uno scrittore, nel modo in cui trasforma la vita in romanzo (e magari qualche volta il romanzo in vita). Scrittore affermato, ad un soffio dal vincere un importante premio letterario, il protagonista non riesce a scrivere nulla di nuovo e pasticcia con due raccontini: l’innamoramento di uno stralunato vagabondo per una venditrice di ombrelli e la “tentazione” tuttaltro che rifuggita, di una pornostar (a cui il protagonista dà forse inconsciamente i tratto fisici della moglie che nella realtà non lo eccita più e che si sente “esclusa” dal mondo narrativo del marito) per un vecchio prete. L’incontro occasionale con un’altra donna che diventa amicizia e poi amore è stato cantato mille volte dal cinema e dalla letteratura, ma qui ci chiediamo se Giulia sia una persona reale (con un passato misterioso ed inquietante) o uno dei personaggi che si affacciano alla mente dello scrittore che non riesce a dar loro una vita autonoma. Il regista pur non sbilanciandosi ha detto alla fine del film che questa chiave di lettura è perfettamente lecita. In questo mondo di adulti che non vogliono crescere, ma anche di adulti che si sono bruciati in fretta, spiccano le figure adolescenziali: dalle figlie (quella dello scrittore, positiva nonostante la bulimia e quella di Giulia cupa ed anoressica) al fidanzatino della figlia dello scrittore (forse il personaggio più azzeccato del film, giovane di corpo e vecchio di dentro, con le sue sicurezze e la sua musica d’antan) tre adolescenti diversi, ma irremovibili nelle loro convinzioni, dogmatiche ed apodittiche. Un film da ricordare



Silvano, 59 anni, Cormano (MI).




quando la solitudine ti inchioda

(8/10) Voto 8di 10

Dopo una lunga pausa, Giuseppe Piccioni ripropone al pubblico il suo mondo intimo, alieno dalle mode, scavando due personaggi diversi che grazie anche agli interpreti, acquistano uno spessore e insieme qualcosa di irrisolto e triste che non si trova facilmente nel nostro cinema. Il film di Giuseppe Piccioni, pur presentando all’inizio limiti legati alla sceneggiatura a due mani (il regista e Federica Pontremoli) e un impaccio evidente nel delineare i personaggi, prende poi corpo quando tra gli attori scatta la giusta alchimia. La metafora della piscina, presente in tutta la storia, trova a questo punto chiara collocazione, mentre il finale drammatico lascia comunque qualcosa di aperto. Nella prima parte anche Valerio Mastandrea, pur abile ad accattivante, non riesce a dare realtà all’abulia di uno scrittore che da una parte sembra non voler essere tale, dall’altra vive tra le fantasie legate ai suoi libri, a volte troppo banali, a volte ritagliate su musical famosi (vedi Cantando sotto la pioggia), con una mancanza di convinzione che si avverte. Ma dopo, l’entrata in scena di altre figure, la moglie, la figlia e Giulia (Valeria Golino, la sua istruttrice di piscina), ci avvisano che il gioco si fa più serio. Così Guido mette alla scoperto le sue paure più fonde, le sue inadempienze, la sua pigra superficialità che lo porta a galleggiare come nella piscina, senza riuscire a mettere la parola fine a un matrimonio in crisi e senza amore per un mestiere che gli sta troppo stretto. Nel frattempo Giulia con i suoi occhi tristissimi, svela cosa c’è dietro il suo non uscire la sera. Lei teme di affondare di nuovo, come già le è avvenuto perdendo anche l’affetto della figlia. Sa di aver bisogno di qualcuno, di aprirsi a una nuova relazione e lo fa con secchezza, senza richiedere comprensione o pietà. Non sconfessa il suo delitto e i suoi errori, ma per un momento sogna un esito diverso da quello rovinoso cui è giunta per amore di un altro uomo. Ma ben presto, dopo alcuni momenti di serenità, l’acqua si rinchiude su di lei ed affonda. Cosa farà Guido non è chiarissimo; nella piscina, che nelle belle riprese subacquee simboleggia il silenzio e il distacco dalla realtà, ciascuno cerca le sue soluzioni e l’esito è rimesso alle scelte, al carattere ed in parte al destino. Giulia ha avuto coraggio e con selvaggia semplicità ha accettato gli effetti della sua passione e delle sue azioni. Guido tende alla deresponsabilizzazione e forse continuerà a nuotare nel limbo delle figure fantastiche dei suoi scritti, rifugiandosi di nuovo presso la famiglia riunita con i dovuti scheletri nell’armadio. In quanto al linguaggio, Piccioni dirige con mano esperta. Soprattutto le scene risultano essenziali, taglienti nei dialoghi brevi, funzionalmente convincenti e sostenute da una bella fotografia. Puntuale anche la colonna sonora, ma sono soprattutto loro, gli attori, che lo spettatore segue con partecipazione e umana simpatia.



Olga, 63 anni, Di comite (PG).




delicato e struggente

(10/10) Voto 10di 10

Ho appena visto il film,entusiasmanti gli attori,delle conferme ormai di un cinema intimo e non urlato. Una storia delicata pur trattando di argomenti crudi come possono essere un omicidio, l'abbandono di una figlia, un matrimonio in stallo e le conseguenze su bambini costretti ad essere già grandi. Un film che racconta una storia triste con uno sguardo disilluso, come tante storie di ordinaria vita vera, di persone che continuano a vivere con tanta dignità pur non essendo supereroi. Struggente pur sommesso.



laura, 27 anni, Lecce (LE).




bello

(8/10) Voto 8di 10

film molto bello, una storia davvero originale ben recitata dai protagonisti. bravissima la Golino.



Laura, 41 anni, Reggio emilia.





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