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Valzer con Bashir

Opinioni presenti: 14
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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I "cartoni" contro la guerra

(8/10) Voto 8di 10

La mia opinione,datata rispetto all'uscita del film, è dovuta alla vita in provincia dove per vedere alcuni film occorre aspettare delle rassegne particolari. Che dire del film? Un film d'animazione che rappresenta una condanna così dura ed efficace contro la guerra merita solo per questo il "dieci". Il voto "otto" è solo perchè dopo un inizio perfetto, in alcune sequenze di ricerca della memoria il film si trascina un pò stancamente. Il film ha anche un altro grosso merito. Come il precedente "Persepolis" così bell0 ed efficaei da far apparire tutti uguali i film d'animazione digitali ed imperanti!



Stefano Taglioli, 50 anni, Vasto (CH).




Poco da dire, molto da guardare

(10/10) Voto 10di 10

Uno dei film più emozionanti degli ultimi 10 anni.



noemi, 34 anni, milano.




Un film psicologico

(7/10) Voto 7di 10

un film psicologico questo valzer con bashir...molto semplice e lineare...di facile comprensione. E'la ricerca di un ricordo volutamente perduto, un ricordo maledetto che straccia le coscienze...un film che racconta le cicatrici idelebili inflitte dalla guerra all'animo umano. un 7,5 ci può stare.



Luca, 27 anni, Pordenone (PN).




Vero o falso? Non conta.

(8/10) Voto 8di 10

Sono andato a vedere Valzer con Bashir, il film di animazione sul massacro avvenuto a Beirut in Libano nel 1982, ad opera delle falangi cristiane Maronite contro la popolazione palestinese che non aveva evacuato la città. Dopo il film, estremamente poetico ed al contempo realistico, ci siamo soffermati a parlare, io ed i miei due amici con cui ho visto il film, ed abbiamo concluso che il lavoro di Folman rovescia la prospettiva classica dei film di guerra, non presentando praticamente mai il punto di vista dei “buoni” (combattenti o civili che siano), ma esclusivamente quello dei militari israeliani, osservatori privilegiati ed attori passivi del massacro, i quali non intervennero per fermarlo ma anzi stettero a guardare, increduli ma rispettosi degli ordini, in un modo simile a come fecero i gerarchi nazisti durante le persecuzioni ebraiche della seconda guerra mondiale. Il giorno dopo uno dei due miei amici mi telefona e mi chiede secondo me quante persone furono massacrate durante l’eccidio. Io rifletto un attimo e faccio mente locale, cerco di dare una risposta verosimile, prendendo in considerazione i dati che avevo (ossia quasi nulli, esclusivamente quelli del film). Ho risposto che secondo me erano state uccise mille persone. Era vero. Il mio amico mi disse che lui se ne era immaginate molte di più. Ci siamo messi a discutere del perché, e mi sono reso conto che anche io se avessi letto il dato senza prima averci riflettuto mi sarei sorpreso. Eppure il film descrive certo un massacro, ma non mostra mai un gran numero di persone. Le uccisioni, crude come quelle di una guerra riproposta in modo molto realistico, sono poche. Eppure la sensazione che se ne ricava è che l’evento storico abbia riguardato decine di migliaia di palestinesi. Semplicemente le nostre menti hanno aggiunto dei particolari che il film non racconta, esattamente come fa il protagonista del film ricordando particolari inesistenti del massacro, dopo averlo rimosso per anni e averlo riportato alla memoria grazie ai racconti dei suoi ex-commilitoni, che nonostante tutto continuano a fumare marjuana per dimenticare. Il pregio più grande del film è il tentativo di riportare alla coscienza collettiva la memoria di un evento storico che non si presenta come di per se stesso di enorme portata ma che è indubbiamente un genocidio a causa delle modalità con cui è avvenuto, protette, sorvegliate ed in un certo senso autorizzate. Un massacro di efferatezza molto intensa, ampliata dal tam tam mediatico dovuto al buon numero di giornalisti allora presente sulla scena. La cosa più interessante è che non è un film ideologico, non usa retorica esplicita, non presenta una condanna né un giudizio netto. Lo spettatore viene solo messo in guardia, spinto a farsi un’idea non tanto del passato ma del fatto che le decisioni politiche in materia di guerra hanno sempre delle conseguenze, che si deve scegliere se generare o meno. Qual è il senso di stare a guardare una guerra, dal vivo o dai media?



Ivan Mosca, 30 anni, Torino (TO).




Onirico

(9/10) Voto 9di 10

Il film d’animazione Valzer con Bashir, dell'israeliano Ari Folman, che ne è il regista, sceneggiatore, produttore e anche interprete, visto che il personaggio d’animazione protagonista del film non è altro che lo stesso Ari Folaman; parla del massacro di Sabra e Shatila perpetrato dai falangisti Cristiani libanesi ai danni dei civili musulmani; sotto gli occhi dell'esercito israeliano, che nel film va detto ne esce con l'immagine salvata, forze più di quanto lo fosse realmente. Tolto questo particolare che in un’opera politica come questa va sottolineato, il film resta un piccolo gioiello, con un’animazione in stile "vecchio” che a tratti dall’idea di un cartone giapponese di serie B, ma che in realtà è più sofisticata di quanto lasci trapelare all'inizio, comunque dopo i primi cinque minuti l’animazione passa in secondo piano, alla faccia di chi dice che oggi l'unica animazione vedibile è quella digitale e iper-moderna, questo film dimostra che quando c'è la bravura e una storia da raccontare tutto passa in secondo piano; la furbizia dell'autore comunque è anche quella di usare una narrazione molto onirica che trasporta lo spettatore a spasso per il libano degli anni ottanta, e un fattore molto importante, infatti, lo gioca la bellissima colonna sonora del film, piena di pezzi che vanno dal punk al Tenco al soul, appena potrò comprerò il cd. Comunque un bel film che va visto, per tutte le età.



Enrico, 26 anni, Velletri (RM).





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