sicuramente non è un film d'animazione per tutti, senza nulla togliere al film stesso che ha una grafica bellissima e ipnotica. resta il fatto che a livello di dialoghi è piuttosto infantile. per quanto il film sia carino e ben fatto, non lo consiglio a chi supera i 14 anni.
Ad una eccellente resa grafica fa da contraltare una storia piuttosto banale e, a tratti, noiosa. La vicenda è condita da dialoghi poco convincenti e quasi infantili e le battaglie spaziali riempiono il film per un buon ottanta per cento. Nel complesso, resta un'opera afascinante sotto il profilo estetico ma scricchiolante sotto quello contenutistico.
Io che sono un appassionato di Star Wars, invece ammiro che George Lucas voglia continuare la saga, anche se questo non è un continuo, ma è un episodio tra il secondo e il terzo cinematografici, ma l'atmosfera di Star Wars c'è tutta, primo i doppiatori sono gli stessi del film, e le battaglie le ho trovate realizzate benissimo, tra cui gli scontri con le spade l aser e i personaggi, ok la storia sarà un pò banalotta, e ormai il ciclo si è concluo con Star Wars Episodio III La Vendetta dei Sith, però è sempre affascinante entrare nel Mondo di Star Wars!!!
Voto 8
Quando nel 1977 apparve Guerre stellari non ci volle molto a capire che gli avventurosi personaggi di George Lucas realizzati in «live action» con attori adesso invecchiati o scomparsi venivano dai fumetti di Flash Gordon o, meglio, dai manga giapponesi. Esaurita la saga in sei film di grande fortuna economica, essi tornano grazie alla computer grafica là da dove erano partiti: il fumetto. La computer grafica consente una più netta definizione degli ambienti, degli esterni, delle astronavi e, per fare un esempio, delle curiose creature che sono i droidi.
La computer grafica rende anche più marcate di quanto non siano negli attori in carne e ossa le fisionomie dei personaggi — non più disegni animati e simili piuttosto a pupazzi — che, nella Guerra dei cloni, sono l’impetuoso Anakin Skywalker, il saggio maestro Obi-Wan Kenobi che si tiene un po’ in disparte e la fanciulla di quattordici anni Ahsokadal viso così tinto da ricordare la faccia di un sarcofago egiziano. Non è il caso di seguire le dispute fra Anakin e la fanciulla inviata presso di lui per renderlo meno impetuoso di quanto è e insieme per seguire un corso accelerato chela renderà un perfetto cavaliere jedi. Più utile spiegare che ai due è stata affidata una delicata missione: ritrovare il figlio del potente Jabba, una sorta di pesante lumacone dall’odore insopportabile, al quale hanno rapito l’unico figlio grazie alla complicità di uno zio fellone e in cambio del favore ottenere per la Repubblica la concessione di certe rotte che le sono necessarie per il commercio. Il film, stringi stringi, si risolve proprio nel ritrovamento del rapito e nella sua restituzione al padre in uno scenario tutt’altro che tranquillo dove avviene di tutto e si susseguono scontri armati dato che i ribelli separatisti vogliono abbattere la Repubblica e sostituirla con un Impero. Contro di loro combattono appunto Anakin e Ahsoka e i loro (pochi) amici.
Quanto si racconta in Clone Wars si svolge negli anni che precedono gli avvenimenti narrati in Episodio III. La vendetta dei Sith della saga Guerre stellari situata, si sa, in una galassia lontana lontana e dove della guerra dei cloni che è un po’ il quadro di riferimento della famiglia Skywalker si accennava solo poche volte. Come già nelle Guerre stellari, Clone Wars non ha propriamente un inizio e un finale. L’uno e l’altro sono, per così dire, “aperti” e l’episodio potrebbe essere collocato dovunque in una futura saga. Ciò non favorisce la nascita di un racconto vero e proprio e, tolto il ritrovamento, i malori del figlio di Jabba che viene curato da Aksoka improvvisatasi mamma prima di essere restituito al padre, i bambini che assistono al film dovranno accontentarsi degli eroi e dei cattivi, degli intrighi e delle avventure, delle spade laser e delle navi spaziale, dei druidi e dei pianeti ora scatoloni di sabbia e ora pulsanti di città e delle altre cento fantasmagorie messe in scena dal regista Dave Filoni sotto la supervisione di George Lucas.