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Il papā di Giovanna

Opinioni presenti: 39
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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sincero

(9/10) Voto 9di 10

La storia è raccontata con grande cura e attenzione dei particolari. Da sottolineare come i racconti dei bombardamenti,della cessazione delle ostilità, i processi ai fascisti e delle esecuzioni si incrocino armonicamente con i destini dei personaggi, tutti interpretati con grande espressività: si pensi all'ottimo Silvio Orlando e al sorprendente Ezio Greggio. Peraltro va ammirato un Avati sincero nel raccontare eventi storici che hanno segnato il nostro paese senza una interpretazione parziale spesso frutto del nostro cinema. Film assolutamente da vedere



Sebastiano, 26 anni, Acicastello (CT).




Il Solito Pupi

(7/10) Voto 7di 10

Il solito Pupi nel bene e nel male..questo a mio parere significa avere la certezza di vedere un film piacevole e davvero ben curato(certo, nei limiti che il budget di una produzione italiana può offrire)ma che purtroppo non riesce a convincerti pienamente, a darti quella bella sensazione di intima soddisfazione che il vedere un bel film riesce a regalarti. Anche in questo caso l'incipit si prospettava interessante, purtroppo dopo la prima mezzora il dipanarsi della vicenda perde tutta la sua attrattiva e non dico che si trascini noiosamente verso la fine, ma di certo non riesce a trovare spunti che siano altrattanto freschi ed intriganti..una volta scoperto il piccolo giallo dell'assassinio (nemmeno quello un capolavoro di suspance intendiamoci) e appurato che Giovanna ha effettivamente problemi mentali..non rimane nessun elemento di curiosità e la seconda parte del film riserva si una scorrevolezza dignitosa, ma priva di nuovi elementi di interesse. Anche io sono d'accordo sulla prestazione da sufficienza di Francesca Neri (peccato che non riesca ad approfondire meglio i personaggi, con quel magnetismo sarebbe stata un'attrice magnifica)ed Ezio Greggio che mi ha piuttosto stupito in positivo. Una nota speciale per Silvio Orlando che come sempre è stato bravissimo..in quello che pare essere l'unico ruolo che sa interpretare! Il piccolo uomo mite e pacifico, irritantemente remissivo, che accetta passivamente quello che la vita gli mette davanti ma che sa farlo sempre con una dose di dignità che forse nemmeno i grandi uomini hanno..ecco a me questo Silvio Orlando francamente ha un pò stufato, spero di vederlo con un personaggio dalla personalità completamente differente, che sappia dimostrarsi un attore eclettico oltre che bravissimo.Voto 6.5



Rovereto, 25 anni, Parma (PR).




Il bel cinema

(7/10) Voto 7di 10

Sono francamente imbarazzato a leggere i soliti commenti detrattivi nei confronti di una pellicola che senz'altro non ha la forza dell' avati più ispirato, ma che comunque si lascia vedere ed offre uno spaccato di quell' italia totalmente avulso dai soliti stereotipi. siamo stati talmente drogati di antifascismo da una parte e di revisionismo dall'altra, per non capire che l' italia, l' italia di quel periodo, specie quella lontana dai palazzi del potere (e bologna ne è un calzante esempio) era fatta di uomini, uomini come ce ne sono stati in ogni epoca storica. ed ecco quindi ezio greggio, poliziotto (dell'ovra?) ma vicino di casa di orlando, uomo fondamentalmnete buono, pur mantenendo i difetti di ciascuno di noi. la passione per la moglie del vicino e amico ed il tentativo di abiurare (fuori tempo massimo) la sua "fede", quando l'odore della polvere da sparo si era fatto molto vicino. in questo vedo solo una ricostruzione storica assolutamente aderente alla realtà, che poi era la realtà di tutti i giorni nell' italia di quegli anni. si commettevano omicidi "passionali" (giovanna), si veniva giudicati da tribunali non molto dissimili da quelli di oggi. sonno allibito dalla critica di molti: perché forse che oggi una ragazza di 17 anni rea di tale delitto viene messa all' asinara per 30 anni? non mi pare proprio, e la cronaca di questi ultimi anni ci fornisce esempi in tal senso. quel tribunale ha fatto quello che un tribunale "garantista" farebbe ancora oggi, anche se non esistono più (grazie a dio) strutture come i "manicomi", vere anticamere dell'inferno. il risultato comunque è lo stesso. la figura di orlando poi è magistralmente delineata, e la sempre più brava alba rohrwacher dipinge una ragazza fragile e disturbata, ma in ogni caso impossibile da "non amare". bravo avati a offrirci poi un excursus che per ragioni narrative ha un po' frettolosamente condensato del quadro socio-plolitico di allora, senza però perdere mai di vista l'intreccio familiare. come ho detto un italia molto provinciale (come lo era è lo è ancora la realtà di regioni come l' emilia), bigotta, che si scandalizzava di fronte ad un'adolescente omicida, ma non di fronte alle "leggi razziali". avati lancia solo degli input, che poi attraverso la cultura storica di ognuno di noi possono e devono essere sviluppati, sviscerati. ipdg non vuole e non ha l'ambizione di essere un film storico, ma un film sul delicato rapporto familiare già traballante e destinato alla frantumazione quando una causa così grave occorre. il quasi lieto fine finale, è il bagliore della speranza, di quell'italia che ormai aveva voltato pagina e si avviava ad essere una democrazia ed una potenza economica. giusto concludere anche la storia (non con la esse maiuscola) lasciando il segno della speranza. saluti



Simon71, 37 anni, Milano (MI).




Pensavo peggio

(2/10) Voto 2di 10

Uno dei pochi film di Avati dove si arriva alla fine con gli occhi ancora aperti. Pensavo fosse peggio ma Silvio Orlando è sempre una garanzia. Non male Greggio che, sebbene 10 anni di Striscia la notizia lo abbiano incastonato in quel sottobosco di animaletti da televisione che sfilano ogni giorno nel nulla televisivo italiano, se la cava bene. Finale che può starci o meno. A seconda del masochismo dello spettatore. Senza addentrarci nell'argomento che tocca mi sento solo di dire che non è un film che vuole dare esempi su come gestire la situazione. Nessuno ha ragione e nessuno ha torto. Ci sono delle colpe ma mi pare che vengano espiate quasi completamente. Consigliato a chi sa apprezzare Silvio Orlando e a chi ha voglia di apprezzare Alba Rorwacher.



Curamedievale, 28 anni, Bologna (BO).




Mi è piaciuto

(8/10) Voto 8di 10

Come sempre Avati non delude. Un film di sentimenti che però non è sentimentale, un film di emozioni, ma di emozioni contenute, non sbandierate. Bravissimo Orlando, ma anche gli altri attori. Forse inutile la scena della fucilazione di Greggio. Perchè prendersela con il finale? Un lieto fine ogni tanto ci fa bene, ci fa sperare...



Gianluigi, 44 anni, Novara (NO).





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