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Pranzo di ferragosto

Opinioni presenti: 25
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UN GIOIELLO

(10/10) Voto 10di 10

Stupendo. un gioiello . mia madre ( 85 anni ) ed io ci siamo divertite e ci siamo commosse .



SILVIA, 60 anni, URUGUAY (estero).




un piccolo ricco film

(8/10) Voto 8di 10

Gianni Di Gregorio, sceneggiatore e regista (alla sua opera prima in tale ruolo), protagonista maschile del film, è partito dalla sua esperienza di figlio e da un episodio vero per costruire un’opera godibile, fatta quasi di niente. Quel niente si chiama occhio acuto, sensibilità sicura, voglia di divertirsi insieme alle quattro vecchiette coprotagoniste, desiderio di parlare, senza retorica o linguaggi ricercati, del problema vecchiaia e accudimento anziani. Un fatto è certo: se ciascuno di noi arrivasse a tarda età come le vispe signore del Pranzo di Ferragosto, non avrebbe più paura d’invecchiare. Ma passiamo al film. Tempi: l’azione ha inizio nella giornata precedente il giorno di ferragosto e prosegue fino al pranzo. Luogo: una casa un po’ fatiscente, che ha conosciuto giorni migliori, in un palazzotto ottocentesco. Sfondo esterno: una Roma assolata e semideserta come può esserlo una grande città in quelle giornate. Trama: Gianni, un figlio nullafacente che si consola con alcool e fumo, vive solo con la mamma in età, nobile decaduta un po’ esigente ed autoritaria, ancora molto legata alle forme e alla cura di sé. Egli sta attraversando una grave crisi economica, che non gli consente neanche più di pagare le spese condominiali. Proprio da questa circostanza, prende avvio un improvviso aumento numerico della famiglia. L’amministratore, che in cambio pagherà gli arretrati condominiali, affida al nostro la madre più la zia e se ne va alle terme con la giovane amante. Il medico, amico di casa che segue madre e figlio, gli affibbia anche lui la madre novantenne, che non può lasciare sola essendo di turno in ospedale. Comincia così una vivace convivenza, che, pur se breve, mette a dura prova la resistenza di Gianni. Tra le donne nascono simpatie, gelosie, frizioni e momenti di comunicazione di cui l’uomo diventa mediatore o confidente. Le vecchiette scoprono i loro lati peggiori e migliori, come spesso avviene all’inizio di qualsiasi conoscenza, mentre il poveretto va dall’una all’altra cercando di tenere insieme il tutto. E ci riesce così bene che il pranzo di ferragosto è un vero successo, con pesce fresco e con un esito imprevisto… Imprevisto solo perché siamo così poco attenti a quanto contino in ogni stagione della vita le relazioni umane e lo star bene con gli altri. I nomi del valoroso gruppetto di attrici sono all’inizio della recensione e non serve ripeterli. Ovviamente non si tratta di professioniste, ma di quattro signore che hanno riscoperto per noi il gusto di sorridere, scambiarsi ricordi, imbastire litigi, con grande naturalezza e capacità d’improvvisazione.



Olga, 60 anni, Di comite (PG).




L'amicizia fonte di benessere

(10/10) Voto 10di 10

Questo film è assolutamente educativo.Ne proporrei la visione a tutte le persone tristi e infelici, e che non sanno aprirsi verso gli altri, non sanno amare.



Lina, 55 anni, Albisola superiore (SV).




godibile

(8/10) Voto 8di 10

Non è un capolavoro, ma un film godibilissimo.Il regista ci mostra come si fa un buon film con una buona idea, tanta ironia, mestiere senza grandi attori, effetti speciali e budget limitato. Si esce dal cinema sorridenti e consapevoli di aver ben speso i soldi del biglietto. Attori (anche i non professionisti) all'altezza.



Gianni, 55 anni, Firenze.




amaro e angosciante

(8/10) Voto 8di 10

amaro e angosciante. chi ha provato a vivere con un anziano e per un anziano può capire. secondo me il tema principale non è la solitudine degli anziani ma il peso mostruoso degli anziani che succhiano come vampiri la vita la vita dei figli, a volte più malati di loro, nonostante siano più giovani, come malato è il protagonista. e non a caso le anziane sono tutte donne che hanno da tempo immemorabile seppellito i loro mariti.



Cherry, 54 anni, VENEZIA (VE).





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