E'ancora oggi tra i dieci migliori film della storia del cinema. la storia di una ricerca condotta da un giornalista di cinegiornali sul significato dell'ultima parola - "rosebud" - pronunciata da charles foster kane, titanico capitalista e magnate della stampa, sul letto di morte. convinto che le parole di un morente possano far luce sulla sua intera esistenza, egli incontrerà cinque persone che sono state parte della vita di kane, che lo hanno amato o odiato, i quali racconteranno cinque diverse verità, rivelatrici di altrettanti volti sconosciuti dell'uomo kane, ma non sveleranno il mistero. film d'esordio di welles allora venticinquenne, chiamato a hollywood dalla rko dopo il controverso successo della sua trasmissione radiofonica "la guerra dei mondi" con cui aveva terrorizzato l'america, nel quale confluiscono tutte le sue tensioni e le sue passioni di artista e di innovatore: teatro, radio, letteratura, e dove si percepisce sopratutto l'entusiatica scoperta del mezzo cinematografico, sperimentato per la prima volta sotto la guida del grande direttore della fotografia gregg toland, (collaboratore di john ford). che utilizzando speciali obiettivi a focale corta, ottenne una eccezionale profondità di campo, inquadrando anche i soffitti, la quarta parete: una tecnica innovativa per l'epoca, che conferiva alle immagini una maggiore drammaticità, così come il flash back diacronico usato come elemento narrativo strutturale. ispirato alla vita di un autentico magnate della stampa, il potentissimo william randolph hearst (e non howard hughes) il film è il ritratto faustiano di un americano puro, di un manipolatore di folle travolto dal suo stesso incoontrollabile potere. ritratto metaforico ed ellittico di un monarca, il cui ambiguo idealismo precipita verso la demagogia e la distruzione del "sogno americano". alla sua uscita, nel 1941, il film fu aspramente attaccato dai giornali di hearst che riconoscendosi in kane reclamava la distruzione della pellicola. la realtà filmica sconfinava nella realtà vera e viceversa, segno che le intuizioni del giovane welles erano giuste. l'oscar assegnato alla migliore sceneggiatura originale non deve ingannare: la hollywood che contava rifiutò il film che fu presto ritirato dalle sale, condannando welles a un prolungato e assurdo ostracismo. l'immagine iniziale della morte di kane, solo nel suo castello da favola, l'ampolla che gli cade di mano, la luce che si spegne e quella finale di migliaia di inutili tesori accatastati nei sotterranei della sua residenza, disegnando il panorama di una città devastata, sono entrate nella leggenda.
..sono vittime di una mancanza di profondità storica!
I gusti sono gusti ma questo deve comunque essere annoverato come uno dei più grandi film di tutti i tempi e per capire ciò lo si dovrebbe studiare nel suo contesto.
Non riconoscerlo sarebbe come dire che "la Cappella Sistina è bella ma oggi col computer si fanno disegni anche più grandi e colorati di quello".
Questo film ha aperto l'era del cinema moderno. Ma questo i ragazzi di 20 anni non lo sanno perchè le innovazioni che ha portato al cinema sono state poi assimilate dal cinema successivo che i ragazzi di oggi hanno visto in film recenti e quindi le danno per scontate. E' come dire che Galileo era un bravo scienziato e sapeva molte cose ma meno di quello che sanno quelli di oggi!
Quarto potere ha introdotto un modo diverso di raccontare una storia: il primo che parte dalla fine e racconta per flashback incrociati.
Il primo ad usare tecniche di ripresa moderne, uso di lenti, movimentazione della cinepresa mai fatta fino ad allora, ecc
Orson Welles e questo film sono i fondatori del cinema attuale e senza di essi i Signori degli anelli, le guerre stellari ecc non ci sarebbero neppure.
Questo film ha quasi 70 anni! Ma pur senza le tecniche e le 'malizie' a cui siamo abituati oggi, conserva la straordinaria forza espressiva propria dei veri capolavori. Una pietra miliare.
Perfetto. la critica ha ragione a ritenerlo il più grande film di tutti i tempi.
welles è il più grande genio del cinema mai esistito.
altro non si può dire
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