noioso e copia senza alcuna personalitá di altre pellicole;
lo salvano solo lóttima prova degli attori, e la fotografia.
Regia pessima e noiosa come la scenggiatura che non dice nulla di nuovo riguardo al tema trattato.
Joshua (Jacob Kogan) è un bambino diverso, ha un talento notevolmente superiore alla norma, tanto che le sue insegnanti pensano di avanzarlo di una o addirittura due classi. Nel tempo libero frequenta una scuola di musica dove impara a suonare il pianoforte in maniera sopraffina. La sua vita e quella della sua famiglia procedono a gonfie vele, almeno finché nasce la sua sorellina Lily. Quell’evento cambia radicalmente la vita in quel elegante appartamento nel cuore di New York dove vive la famiglia Cairn. I suoi genitori, Brad (Sam Rockwell) e Abby (Vera Farmiga), per ragioni diverse, lui per il suo delicato lavoro di agente di cambio e lei perché impegnata nel dispensare cure estreme a quella neonata creatura, finiscono col trascurare il piccolo Joshua. Questo inizia così a ritagliarsi la sua parte di attenzione attraverso macabri discorsi sui morti nonché per mezzo di gesti le cui conseguenze finiranno perfino per nuocere alla salute mentale e fisica dei suoi genitori. Ma la particolarità è che agisce nell’ombra in una sorta di meschina vendetta, almeno finché non verrà scoperto dal padre che tenterà però invano di fermarlo. La battaglia psicologica che nascerà tra i due finirà per avere conseguenze assolutamente inaspettate e tragiche.
Ritmo estremamente lento per un copione che non sembra avere nulla di veramente originale e sorprendente. Il tentativo sembra essere quello di riproporre l’abusato clichè del bambino con poteri o comportamenti demoniaci. Ma il piccolo Joshua oltre a non avere poteri demoniaci, non ne ha neanche atteggiamenti o comportamenti. In realtà non sembra avere proprio nulla di davvero inquietante questo bambino sia per la discutibile scelta dell’attore che interpreta Joshua sia perché ha comportamenti sì estremi ma alla fine non poi così anomali per un bambino viziato, invidioso e geloso come sembra essere il protagonista. In realtà sembra essere un vano tentativo di confezionare un horror raffinato, dal quale invece ne esce un thriller poco avvincente e avaro di emozioni che finisce addirittura per sfociare in un discutibile dramma psicologico senza grande appeal.
Non è un film per vecchi questo thriller psicologico, dove due genitori perfettini, che abitano nel tipico stupendo appartamento di Manhattan, danno vita alla classica famiglia patologica. A scatenare le peggiori fobie del loro figlio dodicenne Joshua, ecco la nascita di Lily. Si sa che negli adolescenti le tensioni paranormali sono potenti, come le pulsioni psichiche più riposte, ma qui, tra apparenze smaltate genere newyorchesi affluenti e comportamenti paranoici del giovane disturbato, si piomba dritti nell'incubo. Come quando la Sonata n.12 di Beethoven fa da sfondo alle allucinazioni da sveglio, di cui Joshua soffre. Brividi assicurati: d'estate, non è poco.
iO ho trovato questo film molto bello, il bambino è un genio [anke se non solo in senso positivo !] ma il film è davvero bellissimo!!
ho pensato più o meno a 4 finali diversi e, nonostante non sia arrivato il tanto atteso colpo di scena, è finito in modo diverso da come avevo pensato potesse finire! spettacolo! [sarebbe 9, metto 10 x alzare un po la media!]
Trailer in versione italiana (it) per Persepolis (2007), un film di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud con Paola Cortellesi, Sergio Castellitto, Catherine Deneuve.