la trama gioca su situazioni ordinarie, esasperandole: ogni famiglia sa cosa significhi la nascita di un bambino, quali sconvolgimenti porta, nella mamma, nel papà, negli eventuali fratelli... c'è sempre un momento (per fortuna fugace) in cui qualcuno dei componenti la famiglia pensa:"Se continua così' impazzirò". Basta prendere questi momenti e caricarli di paradosso e il gioco è fatto.
La depressione post-partum, la gelosia del fratellino, la bambina che piange, il padre che deve lavorare, la suocera fissata con la religione...
Per questo il film , secondo me, esula dal banale thriller paranormale.
Tutto sommato, aldilà degli inevitabili eccessi, è interessante.
Molto azzeccato e bravo il piccolo protagonista.
una tale idiozia... tutto il film ad aspettare che succeda chissà che cosa e non succede invece granché... banale la storia, banale l'evoluzione. il bimbo anziché inquietare risulta fastidioso e antipatico manco se foste lì a guardare una commedia. bah... inutile...
noioso e copia senza alcuna personalitá di altre pellicole;
lo salvano solo lóttima prova degli attori, e la fotografia.
Regia pessima e noiosa come la scenggiatura che non dice nulla di nuovo riguardo al tema trattato.
Domanda: quanti "cattivi" nelle innumerevoli produzioni cinematografiche da voi visti, risultano così spietati, ambigui e soprattutto credibili?
Riprodurre e ciò che nella realtà può succedere è quasi sempre una sfida persa, questo film invece, come pochi, ci propone una storia agghiacciante (senza una goccia di sangue) e ci porta inesorabilmente verso un finale che per tutto il film speriamo non si avveri...
Decisamente bello, l'unico difetto è l'ostentata e provocatoria musica da piano che campeggia per quasi tutto il tempo. Attori eccellenti.
Da vedere.
Joshua (Jacob Kogan) è un bambino diverso, ha un talento notevolmente superiore alla norma, tanto che le sue insegnanti pensano di avanzarlo di una o addirittura due classi. Nel tempo libero frequenta una scuola di musica dove impara a suonare il pianoforte in maniera sopraffina. La sua vita e quella della sua famiglia procedono a gonfie vele, almeno finché nasce la sua sorellina Lily. Quell’evento cambia radicalmente la vita in quel elegante appartamento nel cuore di New York dove vive la famiglia Cairn. I suoi genitori, Brad (Sam Rockwell) e Abby (Vera Farmiga), per ragioni diverse, lui per il suo delicato lavoro di agente di cambio e lei perché impegnata nel dispensare cure estreme a quella neonata creatura, finiscono col trascurare il piccolo Joshua. Questo inizia così a ritagliarsi la sua parte di attenzione attraverso macabri discorsi sui morti nonché per mezzo di gesti le cui conseguenze finiranno perfino per nuocere alla salute mentale e fisica dei suoi genitori. Ma la particolarità è che agisce nell’ombra in una sorta di meschina vendetta, almeno finché non verrà scoperto dal padre che tenterà però invano di fermarlo. La battaglia psicologica che nascerà tra i due finirà per avere conseguenze assolutamente inaspettate e tragiche.
Ritmo estremamente lento per un copione che non sembra avere nulla di veramente originale e sorprendente. Il tentativo sembra essere quello di riproporre l’abusato clichè del bambino con poteri o comportamenti demoniaci. Ma il piccolo Joshua oltre a non avere poteri demoniaci, non ne ha neanche atteggiamenti o comportamenti. In realtà non sembra avere proprio nulla di davvero inquietante questo bambino sia per la discutibile scelta dell’attore che interpreta Joshua sia perché ha comportamenti sì estremi ma alla fine non poi così anomali per un bambino viziato, invidioso e geloso come sembra essere il protagonista. In realtà sembra essere un vano tentativo di confezionare un horror raffinato, dal quale invece ne esce un thriller poco avvincente e avaro di emozioni che finisce addirittura per sfociare in un discutibile dramma psicologico senza grande appeal.